Le ragioni della mia riforma

di Barak Obama

billboardrightobamaflag Barak Obama è impegnato in una battaglia che finora nessuno è riuscito a vincere: garantire la copertura sanitaria universale negli Stati Uniti. Dopo la fase iniziale di “luna di miele” (come era avvenuto anche per il tentativo di riforma dei “Clintons”), sono iniziate le asperità e i contrasti – tra aperti scontri parlamentari e sotterranee azioni delle lobbies. Barak Obama risponde così.

Sei mesi fa ho iniziato il mio incarico di presidente nel mezzo della peggiore recessione degli ultimi cinquant’anni. Noi stavamo perdendo una media di 700 mila posti al mese e il nostro sistema finanziario era sull’orlo del collasso. Come conseguenza degli interventi adottati in quelle prime settimane abbiamo potuto tirar fuori la nostra economia da quella situazione.

Abbiamo poi cominciato a stabilizzare le nostre istituzioni finanziarie e il nostro mercato immobiliare e approvato una legge Recovery Act – che ha salvato molti posti di lavoro e ne ha creati di nuovi, erogato miliardi di dollari alle famiglie e alle piccole imprese sotto forma di esenzioni fiscali ed esteso gli ammortizzatori sociali e l’assicurazione malattia a coloro che erano stati licenziati.

Naturalmente abbiamo ancora un lungo tragitto da percorrere. Il Recovery Act continuerà a salvare posti di lavoro e a crearne di nuovi nei prossimi due anni, come era nelle nostre intenzioni. Mi rendo conto che tutto ciò è di poco conforto per tutti quegli americani che sono rimasti senza lavoro. E sarò onesto con voi: le nuove assunzioni sono sempre una delle ultime cose che tornano ai livelli di prima dopo una recessione.

In realtà, anche prima di questa crisi, noi avevamo un’economia che creava una buona dose di ricchezza per coloro che erano al vertice della scala sociale, ma pochi posti di lavoro ben pagati per il resto dell’America. Questa economia semplicemente non è pronta a competere nel 21° secolo, perché è stata troppo lenta nell’investire in tecnologie energetiche pulite che in altri paesi hanno creato nuovi posti di lavoro e nuove industrie; perché il nostro numero di laureati è rimasto troppo indietro rispetto al resto del mondo; perché noi spendiamo nell’assistenza sanitaria molto più che in ogni altro paese, ma non siamo per questo più sani.

Io ho già affermato che anche se noi salviamo questa economia da questa crisi galoppante, poi dobbiamo comunque ricostruirla più forte di prima. E la riforma del sistema sanitario è una parte centrale di questo sforzo.

E questo non perché circa 47 milioni di americani sono completamente privi di assicurazione sanitaria. La riforma è necessaria per tutti gli americani che temono di perdere la copertura assicurativa perché diventano troppo malati, perché perdono o cambiano il loro lavoro. La riforma è necessaria per tutte quelle piccole imprese che sono state costrette a licenziare i propri dipendenti o a tagliare la copertura assicurativa, perché questa è diventata troppo costosa. La riforma è necessaria perché l’astronomico costo di Medicare e Medicaid è una delle cause del nostro deficit federale.

Voglio essere chiaro. Se noi non controlliamo questi costi, noi non saremo in grado di controllare il nostro deficit. Se noi non riformiamo l’assistenza sanitaria, le vostre polizze assicurative e i conti che voi pagate per le prestazioni mediche continueranno ad aumentare a dismisura.

Se noi non agiamo, 14 mila americani continueranno a perdere la copertura assicurativa ogni giorno che passa. Queste sono le conseguenze dell’inazione. Questa è la posta in gioco.

Mi rendo conto che con tutte le critiche e le accuse che sono circolate qui a Washington, un sacco di americani si stanno chiedendo: A me che me ne viene? Che benefici verranno alla mia famiglia dalla riforma dell’assicurazione sanitaria?

Così ora desidero rispondere a queste domande, perché anche se il Congresso sta ancora lavorando intorno ad alcuni problemi chiave, noi abbiamo raggiunto un accordo preliminare sui seguenti punti:

  1. Se disponi di un’assicurazione sanitaria, la riforma che noi stiamo proponendo ti offrirà più sicurezza e più stabilità.
  2. La riforma terrà il governo lontano dalle decisioni che riguardano l’assistenza, offrendoti la possibilità di conservare la tua assicurazione, se con questa ti trovi bene.
  3. La riforma impedirà alle assicurazioni di revocare la copertura se ti ammali gravemente.
  4. La riforma inoltre ti darà la garanzia di sapere che la copertura sarà mantenuta se perdi o cambi il lavoro e se ti trasferisci in un’altra città.
  5. La riforma porrà un limite alla quantità di denaro che l’assicurazione ti richiederà per le spese mediche, e coprirà l’assistenza preventiva come i controlli periodici e le mammografie che risparmiano vite e soldi.
  6. Ora se tu se sei privo dell’assicurazione sanitaria, o sei responsabile di una piccola impresa che vuole dare la copertura ai suoi dipendenti, avrai la possibilità di scegliere un piano assicurativo di qualità alla tua portata attraverso un’apposita agenzia (health insurance exchange*), in un contesto di mercato che promuove la libertà di scelta e la competizione.
  7. Infine a nessuna compagnia assicurativa sarà concesso di rifiutarti la copertura a causa di una condizione patologica pre-esistente.

Ho preso l’impegno che la riforma del sistema assicurativo non farà aumentare il nostro deficit nel prossimo decennio, e lo confermo. Negli ultimi otto anni abbiamo assistito a due provvedimenti di taglio delle tasse, soprattutto a favore degli americani più ricchi, e a un programma di assistenza farmaceutica di Medicare, nessuno dei quali accompagnato da copertura finanziaria. Anche per questo io ho ereditato un deficit di 1.3 trilioni di dollari.

Ciò non accadrà con la riforma del sistema assicurativo. Essa avrà la necessaria copertura finanziaria. Noi abbiamo già stimato che due terzi del costo della riforma potrà essere pagato riallocando soldi cha attualmente vengono semplicemente sprecati nei programmi sanitari federali. Questi includono i 100 miliardi di dollari di finanziamenti ingiustificati che vanno alle compagnie assicurative come parte di Medicare – sussidi che non migliorano in alcun modo l’assistenza dei nostri anziani. Sono lieto che il Congresso abbia già accolto queste proposte. Mentre essi stanno lavorando sulle proposte per finanziare i costi rimanenti, io continuo a insistere che la riforma sanitaria non sarà pagata dalle tasche delle famiglie della classe media.

Questo piano non solo non farà crescere il deficit nel breve periodo, ma rallenterà la crescita dei costi a lungo termine. Le nostre proposte vanno nella direzione di cambiare i meccanismi incentivanti per medici e infermieri in modo che essi siano liberi di fornire ai pazienti la migliore assistenza, ma non l’assistenza più costosa. È questo il motivo per cui le più grandi organizzazioni che rappresentano i medici e gli infermieri hanno appoggiato il nostro piano.

Noi intendiamo inoltre creare un’agenzia indipendente costituita  da medici e altri esperti messi in grado di eliminare sprechi e inefficienze in Medicare su base annuale – una proposta che dovrebbe consentire ulteriori risparmi e assicurare una situazione di sicurezza finanziaria a lungo termine per Medicare. Complessivamente le nostre proposte miglioreranno la qualità dell’assistenza per i nostri anziani e ridurranno la loro spesa in farmaci per migliaia di dollari, e questo è il motivo per cui AARP (American Association of Retired Persons) ha approvato il nostro impegno per la riforma.

Non tutte le misure di risparmio che ho qui menzionato sono contenute nella bozza di legge. Ma noi stiamo registrando ampie convergenze, grazie al lavoro che è stato fatto negli ultimi giorni. Così se abbiamo ancora qualche problema da definire, ciò che è importante a questo punto non è tanto il lavoro che ci resta da fare – è quanto ne abbiamo già fatto.

Capisco come sia facile per questa città consumarsi nel gioco della politica, trasformare ogni problema nella conta di chi ha vinto e di chi ha perso. Ho sentito che uno stratega repubblicano ha detto al suo partito che politicamente è meglio andare a una rottura, piuttosto che raggiungere un compromesso. Un altro senatore repubblicano ha affermato che sconfiggere la riforma sanitaria è come farmi fuori.

Voglio essere chiaro. La cosa non riguarda me. Io ho un’ottima assicurazione sanitaria, come tutti i membri del Congresso. Questo dibattito riguarda le lettere che giornalmente leggo quando mi trovo nel mio ufficio della Sala Ovale. Riguarda le storie che continuamente ascolto durante gli incontri con i cittadini.

Riguarda la donna del Colorado che pagava 700 dollari al mese alla sua assicurazione, per scoprire poi che questa non avrebbe pagato un centesimo per il trattamento del suo cancro; che alla fine ha dovuto usare il suo fondo pensione per salvare la sua vita. Riguarda il laureato della middle-class del Maryland la cui assicurazione è scaduta quando ha cambiato lavoro e che si è ritrovato a dover pagare un debito di 10 mila dollari quando si è risvegliato da un intervento chirurgico di emergenza. Riguarda tutte le famiglie, tutte le imprese, tutti i contribuenti che continuano a sopportare il peso di un problema che Washington non è riuscito a risolvere per decenni.

Questo dibattito non è un gioco per questi americani, che non possono permettersi di aspettare più a lungo una riforma. Essi contano su noi perché questa riforma sia fatta. Noi dobbiamo farcene carico e non possiamo deluderli. Noi approveremo una riforma che abbassa i costi, favorisce la libertà di scelta e fornisce una copertura su cui tutti gli americani possono contare. E noi lo faremo entro quest’anno.

* Health Insurance Exchange. Agenzia governativa – prevista nel piano di riforma – che avrà il compito di far incontrare, alle condizioni più favorevoli, domanda e offerta assicurativa, di emanare nuove regole del mercato assicurativo sanitario, stabilendo standard di qualità, di efficienza e di equità, impedendo ad esempio che le condizioni di salute di una persona siano motivo di esclusione, o comunque di discriminazione.

Nota: Testo del discorso tenuto dal Presidente degli Stati Uniti nel corso della conferenza stampa tenuta alla Casa Bianca il giorno 22 luglio 2009. Il testo originale del discorso e dell’intera conferenza-stampa è disponibile  sul sito della Casa Bianca.

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