Che ne sarà del nostro SSN? Atto secondo. L’accordo
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- 4 Novembre 2009
di Marco Geddes
Patto per la Salute 2010 – 2012. In data 23 ottobre è stato raggiunto, tra Governo e Conferenza delle Regioni e Province autonome “una soluzione ragionevole”.
L’accordo riguarda il finanziamento previsto per il periodo 2010 – 2012, in base al seguente schema, che evidenzia le differenze fra quanto il Governo aveva proposto e l’accordo sottoscritto:
Anno 2010 | Anno 2011 | Anno 2012 | |
Accordo 23.10.2009 | 106.214 | 108.653 | +2,8% sul 2011 |
Precedente proposta del Governo | 103.998 | 106.318 | Nessuna proposta |
Vi sono altri impegni, quale il finanziamento per gli investimenti nel bilancio del triennio (4,7 miliardi), il Fondo per la Non Autosufficienza di 400 milioni e un incremento di 30 milioni del Fondo Nazionale per le politiche sociali, nonché varie norme riguardo ai Piani di rientro e alla loro verifica (in Risorse).
Chi ha vinto? Chi ha perso questo braccio di ferro? A che si deve un parziale cambiamento, se questo è un cambiamento, nelle politiche governative? La risposta non è facile. Certo è meritoria una mobilitazione ampia (abbastanza) in difesa del Servizio sanitario; tuttavia nel confronto fra Governo e Regioni sulla sanità si legge anche, in filigrana, la metodologia dell’attuale maggioranza e lo scontro fra le sue diverse componenti. Si parte con una proposta che appare provocatoria, e che non viene recepita da alcuna regione, indipendentemente dal colore politico di chi la governa.
Un modo per aprire una trattativa al ribasso? Per guadagnare tempo e far decorrere i finanziamenti più tardi o semplicemente perché è predisposta dal Ministro Tremonti? Si ridefinisce in base a una riflessione e un confronto con le Regioni o (prevalentemente) ai risultati di uno scontro interno alla maggioranza?
L’accordo infine appare ragionevole (specie a fronte della proposta che era stata avanzata!), ma manca una sede di elaborazione e di confronto, a tutto campo sulle politiche socio sanitarie; anche da parte dell’opposizione ci si propone appunto, come opposizione (a ciò che il governo proporne) e non come alternativa, con una propria visione e un proprio progetto.
Quali sono ad esempio le politiche contrattuali rispetto ai vari comparti della sanità, al fine di incrementare la presenza di alcune figure professionali (ad esempio, gli infermieri)? Quali i settori e l’entità degli investimenti non per il triennio ma per il prossimo decennio? Quali le strategie per assicurare i Lea in modo uniforme sul territorio nazionale?
Risorse
- Sanità: Nuovo Patto per la Salute. Accordo 23.10.09 [PDF: 281 Kb]
- Documento di “Linee guida delle Regioni per la definizione del nuovo Patto per la Salute 2010-2012”. Conferenza delle Regioni e Province Autonome 09/069/CR/C7 [PDF: 175 Kb]
Approfondimenti
Marco Geddes. Che ne sarà del nostro SSN? Saluteinternazionale 29.09.2009
Sono d’ accordo, in sanità continua a predominare una logica di tira e molla e scelte di carattere politico.
Manca una sede di confronto costruttivo fra Stato e Regioni e quest’assenza non contribuisce al miglioramento della qualità dei servizi sanitari.
Per giunta in questo nuovo patto, si mette nero su bianco il fatto che il commissario della regione commissariata è il Presidente della Regione stessa, Presidente che potrebbe essre direttamente responsabile del dissesto. Più soldi sono arrivati, e siamo tutti i contenti, ma quand’è che si responsabilizzeranno davvero le regioni?
Su questo anzichè andare avanti, torniamo indietro, però i cittadini delle regioni in deficit pagheranno aliquote più alte.