Immigrati il nostro presente. Nuovi cittadini il nostro futuro
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- 17 Marzo 2010
Salvatore Geraci e Franco Pittau
ll Dossier Statistico Immigrazione della Caritas raccoglie tutti i dati disponibili sul fenomeno dell’immigrazione relazionandoli nel piano nazionale e in quello degli ambiti regionali e locali, occupandosi dei suoi vari aspetti e problematiche.
Il Dossier Caritas/Migrantes sull’Immigrazione nella versione 2009 giunge alla XIX edizione. Un volume di 512 pagine, divise in 50 capitoli, schede regionali ed inserti statistici, che, come tradizione, raccoglie e sintetizza una enorme mole di dati, proponendo una attenta analisi del fenomeno migratorio nel nostro paese. Gli studiosi hanno voluto riassumere i nuovi numeri in tre punti: inquadrare gli immigrati come regolari e non come clandestini; inquadrarli come lavoratori e non come delinquenti; inquadrarli come cittadini e non come stranieri.
Infatti se, come attesta l’Istat, gli immigrati regolarmente residenti in Italia sono quasi quattro milioni, e la stima del Dossier Caritas/Migrantes sugli immigrati regolarmente presenti supera significativamente questo numero, è fuorviante continuare a inquadrare il fenomeno nell’ottica degli sbarchi irregolari, prendendo una parte per il tutto e dipingendo negativamente la situazione.
Il Dossier 2009, ispirandosi allo slogan “Immigrazione: conoscenza e solidarietà”, fornisce gli strumenti per rovesciare questa falsa immagine, sulla base dei dati che da due decenni continuano a essere forniti con accuratezza e con completezza.
Questi sono alcuni aspetti sui quali concentrare l’attenzione:
- i 4 milioni e 330 mila cittadini stranieri presenti regolarmente, pari al 7,2% della popolazione italiana (un punto percentuale in più rispetto alla media europea);
- i 2 milioni di lavoratori, che concorrono alla creazione della ricchezza del “sistema Italia” e aumentano ogni anno per supplire alle carenze della forza lavoro: essi incidono per il 9,5% del P.I.L. e producono circa il 3% del gettito fiscale;
- gli 862 mila minori figli di genitori stranieri, ormai un decimo della popolazione minorile, nella maggior parte dei casi (oltre il 60%) nati in Italia, che giustamente considerano la loro terra;
- le 629 mila presenze a scuola in rappresentanza di tanti paesi, un vero e proprio mondo in classe;
- le oltre 100 mila persone che vengono ogni anno per ricongiungimento familiare nell’ottica di un insediamento stabile;
- i 72 mila nuovi nati in Italia nel corso dell’anno 2008, che costituiscono un supporto indispensabile al nostro sbilanciato andamento demografico (l’indice di sostituzione-tasso di fecondità che da è passato da 4,5 nel 1910, 2,7 nel 1964 a a 1,19 nel 1995 -minimo storico- ma lentamente sta risalendo e nel 2008 si è attestato 1,41 – valore ottimale per l’Italia è considerato 2,1);
- le 40 mila persone che acquisiscono annualmente la cittadinanza italiana, a seguito di matrimonio o di anzianità di residenza, mostrando un forte attaccamento al nostro Paese;
- i 24 mila matrimoni misti tra italiani e immigrati, che costituiscono una frontiera complessa, suggestiva e promettente della convivenza tra persone di diverse tradizioni culturali e religiose;
- i circa 6 mila studenti stranieri che si laureano annualmente in Italia, in buona parte destinati a diventare la classe dirigente nel Paese di origine.
In Italia 1 abitante ogni 14 è un cittadino straniero regolarmente soggiornante.
Un fenomeno strutturato, irreversibile e necessario, ma quando si parla degli immigrati residenti, le indagini indicano che 6 italiani su 10 considerano gli stranieri più inclini a delinquere degli italiani. Anche questo pregiudizio viene smentito dalla ricerca condotta dal Dossier e dall’agenzia Redattore sociale, attraverso questi passaggi:
- non esiste in Italia una emergenza criminalità, perché non ci distinguiamo in negativo in un confronto europeo e nel contesto italiano le denunce penali da alcuni anni sono in diminuzione e il livello attuale (poco più di 2 milioni e mezzo di denunce) è pari a quello dei primi anni ’90 quando iniziava l’immigrazione di massa;
- l’aumento delle denunce contro i cittadini stranieri regolari risulta inferiore all’aumento della popolazione straniera e, ad esempio, nel periodo 2001-2005 le denunce sono aumentate del 46% e gli stranieri residenti del 101%;
- gli immigrati regolari, a conclusione di un confronto per classi di età con gli italiani, mostrano di avere un tasso di criminalità simile, ma con maggiori attenuanti;
- gli immigrati irregolari, a loro volta, non sono da stigmatizzare come inclini alla criminalità, ma va considerata la loro esposizione alle necessità materiali, l’esclusione sociale, le spire della criminalità organizzata, anche in conseguenza degli scarsi spazi di ingresso e soggiorno regolare previsti dall’attuale normativa, che perciò andrebbero resi più agibili per evitare che continuino a essere una tra le occasioni più ricorrenti di infrazione penale.
Non è un caso che il modo più efficace per diventare “immigrati regolari” è stato quello di utilizzare un provvedimento di sanatoria/regolarizzazione (6 in 23 anni: oltre 1.800.000 immigrati “sanati”) o un decreto flussi, decreti che nel tempo sono diventati delle vere e proprie sanatorie mascherate (oltre 1.400.000 immigrati “emersi” con i decreti degli ultimi 5 anni).
Immigrati regolari e immigrati irregolari sono praticamente le stesse persone a seconda che noi li vediamo prima o dopo una sanatoria, prima o dopo un decreto flussi!
Queste considerazioni ci portano a passare dall’immagine dell’“immigrato criminale” a quella dell’“immigrato lavoratore” e a considerare la valenza positiva di queste nuove presenze.
Anche a questo riguardo alcuni dati sono eloquenti:
- un tasso di attività di 11 punti più elevato degli italiani;
- una accentuata canalizzazione, nonostante il loro elevato livello di studio, nei settori e nelle mansioni che gli italiani non prediligono (ad esempio, quasi 1 milione nel settore della collaborazione familiare, 400 mila nel settore edile, poco meno di 100 mila in agricoltura);
- una maggiore esposizione al rischio, con 143.651 infortuni, dei quali 176 mortali;
- un maggior bisogno di tutela, come attesta la massiccia iscrizione a Cgil, Cis, Uil e Ugl (quasi un milione di sindacalizzati), sia quando sono regolarmente assunti, sia ancor di più quando sono costretti a lavorare nel sommerso;
- questi lavoratori umili e tenaci, non appena possibile diventano essi stessi creatori di posti di lavoro. I titolari d’impresa con cittadinanza straniera, aumentati del 10% anche in questa fase di crisi, sono attualmente 187 mila.
Questo universo di dati, la sanità, come la scuola, li ha saputi leggere, garantendo, già da tempo, percorsi di inclusione e di tutela che hanno permesso di governare un fenomeno senza particolari problematiche di sanità pubblica o di conflitto sociale. Per questo paiono completamente infondati i tentativi ripetuti di limitare diritti e percorsi assistenziali per questa popolazione (si veda in particolare il capitolo sulla salute di S. Geraci, pp. 223-230) che, per altro, paga annualmente 7 miliardi di contributi previdenziali, ma a essere pensionati sono in poche migliaia e contribuisce al mantenimento dello Stato con 4 miliardi di euro di tasse ma incide, secondo una stima della Banca d’Italia, solo per il 2,5% sulle spese per istruzione, pensione, sanità e sostegno al reddito, all’incirca la metà di quello che assicurano in termini di gettito.
In conclusione, il Dossier non nega che l’immigrazione presenti anche aspetti problematici ma, attraverso i numeri, ci orienta verso una sua visione più realistica, completa e positiva. Ciò comporta da parte di ciascuno di noi una ‘messa a punto’ dell’atteggiamento personale, liberandolo da pregiudizi e semplificazioni eccessive, e da parte dei politici una maggiore apertura in materia di cittadinanza e di partecipazione, perché gli immigrati di oggi non possono che essere gli italiani di domani.
Nota. Franco Pittau redattore coordinatore Comitato di redazione Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes
Bibliografia
- Caritas/Migrantes. Immigrazione. Dossier statistico 2009. XIX Rapporto. Roma, idos edizioni, 2009
Per ordinazioni e autorizzazioni a riproduzioni parziali: IDOS – Redazione Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes – tel: 06.66514345; email: idos@dossierimmigrazione.it
Ho già avuto il piacere di partecipare ad una “lezione” del gruppo della Caritas di Roma nel settembre 2008.
Ancora una volta un dossier, anche nel solo sommario, completo e per molti versi stupefacente. Compare una fotografia del migrante molto lontana da quello che la maggior parte di noi conosce.
Se si sapessero diffusamente queste informazioni forse potrebbe cambiare l’atteggiamento e la nostra cultura. Forse anche potrebbe partire con più utilità un dialogo sulle cause del nostro razzismo e sulle paure che minano la nostra sicurezza in modo irrazionale. Forse anche potremmo arrivare alla conclusione che la sicurezza è maggiormante garantita da azioni positive e di accoglienza che da azioni di ritorsione e di rifiuto.