Il Laboratorio di Mondialità: il nostro approccio per la formazione in Salute Globale

Segretariato Italiano Studenti in Medicina (SISM)


Come gli studenti sono diventati protagonisti della formazione in Salute Globale, attraverso metodi partecipativi e orizzontali che mettono al centro la propria responsabilità di agire con consapevolezza: l’esperienza del SISM.


L’uomo può essere veleno o medicina per l’altro uomo

Mustafa

In Sierra Leone si ha un’aspettativa di vita di 41 anni, mentre in Svizzera o in Giappone di 82. Dove è la differenza? Nella presenza in Sierra Leone di batteri particolarmente virulenti? In qualche oscura anomalia genetica che modifica la capacità dei popoli di far fronte alle malattie?

Cercando di comprendere le ragioni di questo genere di differenze, ci siamo resi conto che l’approccio biomedico appreso nelle nostre aule non ci consentiva di capire fino in fondo la radice di quelle che oggi chiamiamo disuguaglianze in salute. Per riuscirci è stato necessario abbandonare la visione dell’uomo basata esclusivamente sulla dimensione biologica e “dirigere l’attenzione verso gli effetti iatrogeni dei rapporti sociali (…), responsabili di creare ineguali speranze di vita per i soggetti in base alla loro posizione sociale”[1].

Tale approccio alla persona e alla malattia, che considera la salute come prodotto di fattori di tipo sociale, economico, politico e culturale, trova il suo sviluppo nel nuovo paradigma della Salute Globale[2].

La Salute Globale è un ambito di formazione, di ricerca e di azione, che evidenzia le ineguaglianze sia all’interno di una nazione che tra nazioni diverse, inquadrandole attraverso l’ottica della giustizia sociale. Guidata dall’etica e orientata verso i bisogni della popolazione, in particolare dei gruppi emarginati, aspira a generare un cambiamento nella comunità e nell’intera società , promuovendo non solo la diffusione di evidenze scientifiche ma soprattutto la loro consapevole e duratura traduzione nelle politiche collettive e nelle pratiche quotidiane dei singoli individui[3].

Il Segretariato Italiano Studenti in Medicina ( SISM), un’associazione non profit il cui obiettivo è quello di permettere allo studente di completare la sua formazione umana e professionale attraverso la partecipazione a diverse attività e progetti, ha realizzato nel 2007 il primo Laboratorio di Mondialità.

Tale evento è nato dall’esigenza di alcuni studenti dell’associazione di avere una forma-azione più rispondente ai bisogni reali della società attraverso l’approccio ai temi della Salute Globale.

Questo è stato possibile inizialmente attraverso un percorso di 5 incontri presso la Sede Nazionale del SISM (Bologna), tutorati da esperti appartenenti al Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale (CSI) e all’ Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG).

Inoltre, per dare continuità al percorso, gli studenti hanno potuto condividere i materiali didattici e confrontarsi a distanza grazie alla presenza di una mailing list. L’obiettivo finale del gruppo era quello di progettare l’agenda di un corso nazionale sulla Salute Globale, rivolto a studenti di Medicina e Chirurgia (dai 100 ai 150) provenienti dalle sedi SISM di tutta Italia, e articolato in tre giornate di lezioni principalmente frontali tenute da docenti di differenti discipline, non solo mediche ma anche socio-umanistiche. In virtù della complessità dei suoi argomenti la Salute Globale necessita infatti di un approccio transdisciplinare e plurimetodologico.

Attualmente il Laboratorio di Mondialità è arrivato alla sua quarta edizione e le sedi che nel corso di questi anni lo hanno ospitato sono state Brescia, Parma e Roma.

I primi due incontri hanno avuto come focus la Cooperazione Sanitaria Internazionale, mentre nel terzo gli studenti sono stati divisi in due differenti livelli, uno “di base”, sulle tematiche precedentemente affrontate, e uno “avanzato” che ha trattato il fenomeno migratorio e la medicina delle migrazioni.

Nelle diverse edizioni è stata dedicata particolare attenzione alla parte logistica dell’evento, cercando di massimizzare la coerenza tra i contenuti degli interventi e le pratiche adottate. Per promuovere la sostenibilità economica è stata richiesta ai partecipanti una quota di iscrizione di soli 20 euro, grazie alla scelta per il pernottamento di soluzioni a basso costo che garantissero il comfort essenziale. Nel rispetto dei valori etici, di sobrietà e sostenibilità ambientale, per il vitto sono stati acquistati prodotti alimentari del commercio equo e solidale o di aziende presenti sul territorio, e ai partecipanti è stato chiesto di portare da casa le proprie stoviglie.

Nel contesto del Laboratorio di Mondialità, praticare la sostenibilità è significato per i partecipanti mettere in pratica i concetti discussi nelle sessioni di lavoro, divenendo in questo senso attori del cambiamento in un’ottica di forma-azione.

L’esperienza di questi tre anni ha prodotto un numero cospicuo di studenti sensibilizzati, dotati di autonomia critica e di capacità di lavoro in equipe, che ha reso possibile l’evoluzione dell’evento verso una maggiore partecipazione, portando alla formazione di gruppi territoriali e a ll’introduzione di un differente metodo di insegnamento.

L’obiettivo della formazione di gruppi partecipativi presenti sul territorio è stato quello di disseminare in differenti contesti universitari i percorsi di consapevolezza appresi durante l’esperienza dei primi tre anni, incentivando così la formazione di un maggior numero di studenti attivisti della salute.

Si sono costituiti due gruppi di lavoro: uno con sede a Roma composto da undici studenti delle quattro facoltà romane di Medicina e uno che ne riuniva quattordici provenienti dalle università di Brescia, Genova, Milano, Varese. Le attività dei gruppi si sono svolte in autonomia, con modalità decisionali partecipative e senza nessuna strutturazione gerarchica al loro interno. La supervisione delle attività e il coordinamento tra i gruppi sono avvenuti, come negli anni precedenti, grazie alla collaborazione del CSI, di esperti del settore e del Consiglio Nazionale del SISM.

Le metodologie didattiche utilizzate sono state scelte seguendo i principi cui la Salute Globale si ispira: partecipazione, cooperazione, orizzontalità, inclusione e giustizia sociale.

Tali metodologie devono necessariamente partire dallo studente, sia in quanto discente attivo sia in qualità di peer educator , abbandonando la concezione verticale della relazione didattica e favorendo l’ empowerment dello studente stesso. Mentre tradizionalmente infatti è solo il docente a determinare cosa, quando e come gli studenti devono apprendere, un insegnamento “studente-centrico” , condotto a piccoli gruppi e adeguato alle modalità e tempistiche individuali, favorisce un apprendimento in profondità, promuove un approccio critico, abituando al confronto e all’argomentazione.

Il Laboratorio di Mondialità rappresenta un contributo in una più ampia ricerca di modalità didattiche e di strategie di azione che hanno lo scopo di formare a un approccio “storicamente profondo e geograficamente ampio” lo studente nei confronti della salute. Siamo consapevoli di quanto questo cammino sia solo all’inizio, dal momento che è necessario che esso non contempli la mera esposizione dei discenti alle diverse discipline (approccio multidisciplinare), ma cerchi l’integrazione attraverso un coinvolgimento strutturale di figure provenienti dai diversi ambiti e la loro partecipazione a tutti i livelli decisionali e formativi, soprattutto nella co-costruzione di definizioni e significati (approccio transdisciplinare ).

Altro aspetto fondamentale è rappresentato dalla necessità di una più ampia e costante condivisione di valori e obiettivi tra operatori della salute e comunità, per la costruzione di strategie e azioni che contemplino il contributo delle diverse professionalità. Siamo consapevoli di questi limiti e il loro superamento è il nostro orizzonte.

In conclusione, per coloro che condividono la necessità di una maggiore diffusione del paradigma della Salute Globale come elemento determinante per un cambiamento radicale dell’approccio ai problemi della salute e della malattia, l’esperienza del Laboratorio di Mondialità dimostra l’ importanza del coinvolgimento diretto dello studente . Valorizzare il suo ruolo, rendendolo effettivo attraverso un percorso di consapevolezza delle proprie possibilità, significa stimolare un’azione sulla realtà ed è a nostro avviso un elemento costitutivo e non più rinviabile della Salute Globale stessa.

Bibliografia

  1. Farmer P. Sofferenza e violenza strutturale. Diritti sociali ed economici nell’era globale, in Quaranta I. Antropologia medica. I testi fondamentali. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2006.
  2. CSDH. Closing the gap in a generation: health equity through action on the social determinants of health. Final Report of the Commission on Social Derminants of Health. Geneva: World Health Organization, 2008.
  3. Martino A, Bodini C, Di Girolamo C, Fabbri A, Nicoletti R, Stefanini A. Salute, marginalità, disuguaglianze e ruolo dei Sanitari: dalla cura del corpo alla prospettiva bio-psico-sociale. X Consensus Conference sull’Immigrazione. VIII Congresso Nazionale SIMM, 2009, 164-168.

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