Epidemia di Aids in Ucraina

Marco Romanelli

Da anni l’Ucraina è afflitta da una delle peggiori epidemie di HIV/AIDS del pianeta, sostenuta soprattutto dall’aumento del numero di tossicodipendenti. Il ruolo delle organizzazioni non governative.


L’Ucraina , con poco meno di 46 milioni di persone (2008), rappresenta uno dei più grandi paesi dell’Est-Europa e, come la Russia, è al centro di un’epidemia di HIV caratterizzata da uno dei maggiori tassi di crescita al mondo. Dal 1987, anno in cui in Ucraina è stato registrato il primo caso di HIV, il numero delle persone infettate ha iniziato a crescere in modo allarmante arrivando ai 161.119 casi registrati alla fine del 2009, con 31.241 casi di AIDS e 17.791 morti[1]; tuttavia le stime del Joint United Nations Programme su HIV/AIDS indicherebbero un numero di persone infettate vicino a 410.000 (Figura 1), con una prevalenza del 1,6% nei soggetti di età compresa tra i 15 ed i 49 anni (Figura 2). In Ucraina solo un quarto delle persone infettate dal virus HIV è consapevole di esserlo.
In Italia e Gran Bretagna la prevalenza dell’infezione da HIV è rispettivamente 0,4% e 0,2% della popolazione adulta (con tre quarti di essi consapevoli di essere infetti).
Secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero della salute, al 2009 si stimava che la prevalenza di HIV fra le donne in gravidanza fosse inferiore all’ 1%; sempre secondo il Ministero, le donne in gravidanza HIV positive che hanno ricevuto una terapia antiretrovirale per prevenire la trasmissione madre-figlio del virus erano nel 2009 il 94,9% (95,5% al 2008)[2], un dato che appare poco in linea con quanto indicato dal rapporto UNAIDS/WHO del 2008 dove al 2007 la percentuale sarebbe stata limitata al 60% (Figura 3).


Figura 1. Ucraina. Numero di persone con HIV

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Fonte UNAIDS

Figura 2. Ucraina. Prevalenza HIV (15-49 aa) %

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Fonte UNAIDS

Figura 3. Ucraina. % di donne gravide HIV + che ricevono farmaci antiretrovirali per la prevenzione della trasmissione madre-figlio

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Fonte UNAIDS

L’Ucraina è, ad oggi, uno dei paesi con la più alta prevalenza di casi di HIV in Europa e dove l’ epidemia è principalmente alimentata dalle persone che fanno uso di droghe iniettabili (ad oggi stimati in 290.000) al cui interno il tasso di prevalenza dell’infezione sarebbe del 39%; fra chi lavora nel mondo della prostituzione e fa uso anche di droghe iniettabili tuttavia si arriva anche all’83%. Come se ciò non bastasse, nel paese vi è elevata comorbilità per HIV-TBC; nel 2004 l’Ucraina aveva la più alta prevalenza di HIV in Europa nei pazienti affetti da tubercolosi (8,3%) anche se ci sono studi che parlano di percentuali più alte. A Kiev questa percentuale è salita dal 6,3% del 2004 al 10,1% del 2005[3].

Dal 1991, anno del collasso dell’Unione Sovietica, il dissesto dell’economia nazionale ha portato all’incremento della povertà e delle disuguaglianze di reddito seguito da un aumento dell’uso dell’alcool e delle droghe illecite. Inoltre, i sistemi sanitari dei paesi post sovietici hanno visto ridotti drasticamente i finanziamenti con una conseguente diminuzione della copertura sanitaria della popolazione ed un enorme aumento dei pagamenti diretti delle famiglie. Un quadro che ha contribuito a determinare una diminuzione dalla speranza di vita alla nascita in Ucraina, passata dai 70 anni del 1990 ai 68 del 2008 (dati del WHO)[4].

Di fronte ad un’epidemia di HIV/AIDS di questa entità, la risposta dello Stato – escludendo gli sforzi fatti nel prevenire la trasmissione madre-figlio del virus che sembrano aver dati risultati incoraggianti[5] – è stata decisamente inadeguata. Infatti, nonostante i trattamenti antiretrovirali resi gratuiti da una specifica legge del marzo del 1998 (la stessa che ha stabilito il carattere di volontarietà del test di HIV con conseguente sottostima del numero di casi di HIV ufficiali), le risorse destinate alla cura della malattia conclamata sono sempre state scarse e quelle destinate alla prevenzione sono rimaste per troppi anni praticamente inesistenti. Le cliniche gestite dallo Stato non possono lavorare in modo efficace sulla prevenzione dell’HIV su coloro che fanno uso di droghe iniettabili e su chi si prostituisce. Entrambi questi gruppi vivono al di fuori della legge, di conseguenza è difficile per le organizzazioni statali prestargli assistenza. Il solo modo ufficiale in cui è possibile mettersi in contatto con loro è attraverso la polizia che invece o li arresta o gli estorce del denaro. I tossicodipendenti in Ucraina vengono visti come criminali, non come pazienti che hanno bisogno di cure. Essi, così come le persone che si prostituiscono, e le persone con HIV, sono spesso riluttanti a presentarsi nei presidi medici a causa dei costi che devono sostenere e per la paura di essere trattati male perché stigmatizzati. L’assistenza sanitaria in Ucraina è finanziata dallo Stato ma i pazienti devono comunque pagare per gli esami e le cure; anche se il test per l’HIV è gratuito, altri esami del sangue possono costare 250 grivnas (circa 24 Euro). In aggiunta, gli stipendi del personale sanitario statale sono bassi ed è frequente che il paziente debba pagare sottobanco.

Attraverso il Fondo Globale per la prevenzione dell’AIDS, l’International HIV-AIDS Alliance in Ucraina è riuscita a finanziare, creare e potenziare organizzazioni non governative nella comunità che sono in prima linea nella lotta all’epidemia di HIV e sono spesso guidate da persone a loro volta HIV positive che sanno come raggiungere la loro popolazione target. Queste organizzazioni, oltre a fornire un servizio di ascolto, hanno anche accordi con strutture sanitarie e contattano medici e infermieri per eseguire test dell’HIV in contesti vicini alle persone, con la garanzia di ricevere cure gratuite grazie ai finanziamenti del Fondo Globale. Si stima che le organizzazioni dell’International HIV-AIDS Alliance riescano a raggiungere il 53% delle persone che fa uso di droghe iniettabili nel paese. Alcune di queste organizzazioni hanno organizzato, nelle farmacie che hanno aderito all’iniziativa, un servizio di distribuzione gratuita di aghi sterili, preservativi ed altri prodotti a tutti coloro in possesso di una speciale carta che viene rilasciata registrandosi. In questo modo un tossicodipendente può ricevere aghi sterili gratuitamente senza che gli venga fatta nessuna domanda.

Il lavoro svolto dall’International HIV-AIDS Alliance sembra mostrare i primi risultati positivi: l’incidenza di malati di AIDS nel 2006 è diminuita per la prima volta[6] e l’incremento annuale dell’incidenza di HIV è passato dal 18% del 2006 al 6% del 2009[1]; il numero di morti per AIDS sembra poi che stia raggiungendo un plateau dopo l’andamento esponenziale fatto registrare almeno fino al 2007 (Figura 4) , ad indicare che il trattamento con farmaci antiretrovirali, seppur con una copertura ancora bassa (Figura 5) sta funzionando. Inoltre, negli ultimi anni lo Stato, insieme alle organizzazioni di supporto, sembra aver dato maggior importanza alla prevenzione riuscendo a portare la consapevolezza sulle modalità di trasmissione dell’HIV dal 10% del 2003 al 62% del 2009[1].

Figura 4. Ucraina.  Numero annuale dei decessi da AIDS

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Fonte UNAIDS

Figura 5. Ucraina. Copertura della terapia antiretrovirale

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Fonte UNAIDS

Tuttavia la strada da fare si presenta ancora lunga e piena di ostacoli. Il forte gap tra la politica dichiarata dagli alti funzionari della polizia e la sua implementazione in strada, la stigmatizzazione dei tossicodipendenti considerati ancora dei criminali, l’alto turnover e lo scarso addestramento dei poliziotti che prestano servizio nelle strade, l’ignoranza sull’evidente efficacia della politica di riduzione del danno sono i principali fattori che condizionano negativamente i risultati delle organizzazioni non governative. Per questo, ora più che mai, è necessario che i nuovi leader politici rimuovano tutti gli ostacoli sulla strada del contenimento di questa epidemia, attraverso riforme che seguano e sostengano l’evidenza del lavoro già intrapreso dalle organizzazioni non governative[6].

Marco Romanelli, Medico di sanità pubblica, Firenze.

Bibliografia

    1. Hayward P. First reduce harm: tackling HIV in Ukraine. Lancet 2010; 376(9749):1287.
    2. Ministry of Health of Ukraine. Ukraine: National Report on Monitoring Progress Towards the ANGASS Declaration of Commitment on HIV/AIDS. Reporting Period: January 2008–December 2009. Kyiv, 2010.
    3. Atun R, Olynik I. Resistance to implementing policy change: the case of Ukraine. Bulletin of the World Health Organization 2008;86:147–154
    4. DeBell D, Carter R. Impact of transition on public health in Ukraine: case study of the HIV/AIDS epidemic. BMJ 2005; 331(7510):216-9
    5. Thorne C, Semenenko I, Pilipenko T, Malyuta R. Progress in prevention of mother-to-child transmission of HIV infection in Ukraine: results from a birth cohort study. BMC Infect Dis 2009;9:40
    6. Hurley R. How Ukraine is tackling Europe’s worst HIV epidemic. BMJ 2010; 341:c3538.

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