Millennium Village Project

ganhaDonata Dalla Riva

Un modello multisettoriale integrato per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e migliorare la salute infantile nell’Africa Sub Sahariana.


L’iniziativa del Millennium Village[1] è nata dopo il Summit delle Nazioni Unite di settembre 2000 durante il quale i capi di stato hanno adottato gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio[2].

Il progetto – di durata decennale, commissionato dal segretario generale delle Nazioni Unite e implementato dall’Earth Institute della Columbia University, dall’United Nations Development Programme (UNDP) e dal Millennium Promise, un network di ONG e società civile – prevede una serie d’interventi, applicati su 9 villaggi rurali dell’Africa Sub-Sahariana (Nigeria, Mali, Senegal, Ghana, Uganda, Kenya, Rwanda, Tanzania e Malawi)[3].

Il 29 agosto 2012 inoltre è stata resa pubblica la decisione di aggiungere ai villaggi già selezionati un altro sito nel nord rurale del Ghana[4].

 

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Agricoltura, ambiente, sviluppo dell’imprenditoria, educazione, infrastrutture e sanità sono i settori all’interno dei quali le singole componenti d’intervento, che singolarmente si sono mostrate essere efficaci, sono state adottate, in modo simultaneo, in ciascun villaggio.

Per quanto riguarda il settore sanitario, gli interventi prevedono:

  • la presenza di strutture sanitarie nel villaggio (almeno 1 per sito);
  • il reclutamento di personale sanitario aggiuntivo;
  • la costruzione di case per il personale sanitario;
  • il supporto all’ospedale di riferimento;
  • almeno 1 laboratorio funzionante per villaggio;
  • l’assenza di ticket (user fees) a carico dei pazienti per le prestazioni sanitarie;
  • la presenza di una ambulanza 24h su 24;
  • la distribuzione di reti zanzariere e di spray per le pareti di protezione dalla malaria;
  • la disponibilità di servizi per il test, il trattamento e il riferimento dei casi di HIV/AIDS e TB;
  • il supporto ai programmi di vaccinazione sia presso le strutture sanitarie che presso le comunità;
  • il supporto ai programmi sia preventivi che curativi degli attivisti comunitari (Community Health Workers) per la malaria, la diarrea e di sorveglianza nutrizionale;
  • la promozione della pianificazione famigliare sia attraverso campagne informative sia tramite la fornitura di farmaci e materiali.

Dal punto di vista metodologico, lo studio ha analizzato i risultati del progetto dopo 3 anni dall’avvio attraverso la comparazione di alcuni indicatori misurati pre e post intervento, in ciascun villaggio. Lo studio ha inoltre valutato i risultati ottenuti comparando gli indicatori misurati in ciascun villaggio studio con villaggi-simili ove l’iniziativa non è stata realizzata.

Mentre la spesa mediamente allocata dai Paesi coinvolti nello studio per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio è di circa 27 USD/persona annui (baseline), la spesa dell’intervento complessivo è stata nell’ordine dei 116 USD/persona annui, dei quali 25 USD sono stati allocati specificatamente per il settore sanitario.

Tale spesa è risultata inferiore a quanto previsto inizialmente dal progetto (120 USD per capita dei quali 40 USD per ambito sanitario). Metà di questo ammontare è stato supportato dall’iniziativa Millennium Village Project mentre circa il 30% deriva dal governo locale, il 14% da altri partner esterni all’iniziativa (NGO, corporate) e circa il 6% dai villaggi stessi.

Per quanto riguarda i risultati d’impatto, la mortalità nei bambini sotto i 5 anni è diminuita del 22% rispetto al livello iniziale e del 32% rispetto al villaggio-controllo dove l’iniziativa non è stata implementata.

Sono significativamente progrediti sia lo stato di “non-povertà” delle famiglie (dal 41% al 60,3%) sia l’accesso all’acqua potabile (dal 12,7% al 77,4%) e alle latrine migliorate – VIP (dal 1,9% al 28,6%); la riduzione dei livelli d’insicurezza alimentare (dal 68,8% al 40,1%) e la proporzione dei bambini denutriti cronici (stunted) (dal 36% al 28,2%).

In ambito sanitario lo studio ha evidenziato dei risultati importanti: è aumentata la copertura vaccinale (dal 72,9% al 92%), il numero dei parti assistiti da personale qualificato (dal 32,6% al 57,2%), la percentuale dei neonati che effettua il controllo post parto (dal 6,9% al 14,3%), il numero dei test dell’HIV effettuati durante le visite prenatali (dal 28.8% al 70,1%) e l’utilizzo della rete zanzariera (dal 7,6% al 43,2%).

Sono diminuite la prevalenza di malaria (dal 18,8% al 2,7%) e di diarrea (dal 19,5% al 16,4%). Risultano invece invariate sia la percentuale di donne gravide che effettua le visite pre-natali sia la proporzione dei bambini di età inferiore ai 2 anni sotto peso (underweight) e dei denutriti acuti, gravi (wasted)[5].

La mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni di età si è ridotta dal 113,3 all’88,7 per 1000 nati vivi. Una riduzione che ha riguardato soprattutto il primo mese di vita e il periodo compreso tra i 6 e i 23 mesi.

In conclusione, lo studio dimostra che attraverso un approccio integrato multisettoriale e con un’allocazione di budget relativamente “modesta” che, per quanto riguarda il settore sanitario, è in linea con quanto mediamente già allocato presso i Paesi coinvolti nello studio (43 USD per capita tra contributo del Governo e dei partner di sviluppo), si riescono ad ottenere dei risultati importanti rispetto agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

Sebbene la sostenibilità dei risultati ottenuti dopo la conclusione del progetto e soprattutto la replicabilità di questo tipo d’intervento siano oggetto di discussione – giacché il progetto si basa su forti input esterni che non promuovono delle vere e proprie modifiche di sistema e forse incoraggiano un’accettazione passiva dell’aiuto[6] -, i risultati raggiunti sono significativi.

Si conferma innanzitutto la dimensione dell’intersettorialità dello sviluppo e, quindi la maggiore efficacia degli approcci integrati. Infine, l’aver dimostrato che, con un’allocazione di budget per capita non distante da quanto già è allocato mediamente presso i Paesi considerati, si possono ottenere significativi risultati, dovrebbe stimolare la riflessione critica, presso i Governi dei Paesi dell’Africa Sub Sahariana e presso la comunità dei “donatori”, sull’efficacia dell’utilizzazione e allocazione delle risorse.

Donata Della Riva, medico di sanità pubblica, Medici con l’Africa, Cuamm

Bibliografia

  1. Paul M Pranyk et al. The effect of an integrated multisector model for achieving the Millennium Development Goals and improving child survival in rural Sub-Saharan Africa: a non-randomised controlled assessment [PDF: 1,4 Mb]. The Lancet 2012; doi:10.1016/S0140-6736(12)60207-4
  2. Eliminare la povertà estrema e la fame; 2: Raggiungere l’istruzione elementare universale; 3: Promuovere l’uguaglianza tra i sessi e conferire potere e responsabilità alle donne; 4: Diminuire la mortalità infantile; 5: Migliorare la salute materna; 6: Combattere l’HIV/AIDS la malaria e altre malattie; 7: Assicurare la sostenibilità ambientale; 8: Promuovere una collaborazione globale per lo sviluppo.
    No Excuse 2015: Campagna del Millennio
  3. How do you end extreme poverty? Millennium Villages
  4. How do you end extreme poverty? Millennium Villages
  5. Indicatori di nutrizione infantile: Underweight: proporzione dei bambini sotto I 5 anni che sono sotto la deviazione standard 2 (moderato e severo) e 3 (severo) rispetto alla curva di peso per età di referenza della popolazione. Stunting: proporzione dei bambini sotto i 5 anni che sono sotto la deviazione standard 2 (moderato e severo) e 3 (severo) rispetto alla curva di altezza per età di referenza della popolazione. Wasting: proporzione dei bambini sotto i 5 anni che sono sotto la deviazione standard 2 (moderato e severo) e 3 (severo) rispetto alla curva di peso per altezza di referenza della popolazione.
  6. Malenga G, et al. The Millennium Villages project. The Lancet 2012; doi:10.1016/S0140-6736(12)60369-9

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