Ancora su Magistratura e vaccini…

magistratura_vacciniMassimo Valsecchi

Una nuova sentenza amplia la tipologia di vaccini che alcuni magistrati ritengono responsabili della sindrome autistica : dallo “storico” MMR al “nuovo” esavalente. È evidente la tendenza di alcuni magistrati di scegliere periti che abbiano già manifestato uno specifico orientamento sul tema specifico e non per la loro competenza tecnica.


A fine novembre (notizia riportata dalla stampa nazionale il 25) il Tribunale del Lavoro di Milano (Giudice Nicola De Leo) ha firmato una sentenza che condanna il Ministero della Salute a versare un vitalizio ad un bambino autistico dato che “sarebbe acclarata la sussistenza di un nesso causale fra tale vaccinazione (una vaccinazione eseguita nel 2006 con vaccino esavalente) e la malattia”.

Prima di rivolgersi al giudice i genitori del bambino , che ha nove anni e a cui l’autismo è stato diagnosticato nel 2010, avevano presentato, nel 2011, al Ministero della Salute, una domanda di indennizzo che era stata respinta.

Questo nuova sentenza della Magistratura del lavoro sulla relazione fra vaccinazioni ed autismo mi induce a riprendere le fila del mio intervento precedente su questo tema (Magistratura e salute. La credibilità perduta, Salute internazionale. 9 giugno 2014)

Questa sentenza, infatti, amplia la tipologia di vaccini che alcuni magistrati ritengono responsabili della sindrome autistica : dallo “storico” MMR al “nuovo” esavalente” e   dilata la breccia già difficilmente sanabile fra chi si occupa di salute e chi si occupa di giustizia in questo Paese.

Risulta, infatti, sempre più chiaro come nel panorama giudiziario italiano si stia stratificando, negli ambiti che riguardano problemi di competenza scientifica, una prassi che vede l’emissione, nei giudizi di primo grado, di sentenze di colpevolezza che vengono poi, spesso, ribaltate nei gradi successivi di giudizio ma esercitano, nel frattempo, una formidabile azione di disinformazione presso la popolazione.

La ragione di questi drastici mutamenti di giudizio è , almeno in parte, generato dalla “non casuale” scelta del perito d‘ufficio individuato dal magistrato per avere un parere tecnico. È, infatti, evidente la tendenza di alcuni magistrati di scegliere periti che abbiano già manifestato uno specifico orientamento sul tema specifico e non per la loro competenza tecnica. Un esempio di questo tipo ci è fornito proprio dal processo di Milano dove il perito d’ufficio si è prodotto in questo incredibile “pezzo di bravura tecnica”: «è probabile che il disturbo autistico del piccolo sia stato concausato sulla base di un polimorfismo che lo ha reso suscettibile alla tossicità di uno o più ingredienti (o inquinanti) dal vaccino InfrarixHexaSk»;

Resta misterioso il perché questo magistrato non abbia utilizzato come periti dei funzionari del Ministero della Salute o dell’Istituto Superiore di Sanità o dell’Organizzazione mondiale della sanità o colleghi degli Istituti universitari di igiene e Medicina legale ma si sia orientato su un non specialista.

La possibilità che la medicina preventiva abbandoni, nel nostro Paese, gli atteggiamenti paternalistici ed impositivi tipici della Polizia Medica (quali le vaccinazioni obbligatorie) posa sulla possibilità di alimentare nell’opinione pubblica dei circuiti trasparenti di informazioni corrette e di discussioni critiche. Questo tentativo, di per se difficile, ha già dimostrato in Veneto di poter superare le obiezioni avanzate da piccoli gruppi di opposizione ideologica alle vaccinazioni. Temo, però, che non sarà possibile superare l’attacco continuo portato dalla Magistratura se questo non viene fronteggiato in maniera ben più ampia di quanto non si stia facendo da parte delle società scientifiche, del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della Sanità.

Il tasso di influenzabilità dell’opinione pubblica di fronte ad interventi non accorti provenienti da fonti considerate (a torto o a ragione) autorevoli è ben dimostrato dal disastroso esito indotto dall’Aifa sulla campagna di vaccinazione antiinfluenzale con le malaccorte modalità di gestione di uno pseudoallarme che ha stroncato sul nascere la campagna autunnale di vaccinazioni antiinfluenzali.

Massimo Valsecchi, direttore Dipartimento di prevenzione di Verona.

 

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