La via cooperativa alla privatizzazione della sanità. Il caso di Modena

ScelgoPrenotoRisparmioGianluigi Trianni

La convenzione tra Ausl di Modena e Coop Estense ha il sapore di una politica che strumentalizza le inefficienze del Servizio sanitario nazionale e Regionale per allargare uno spazio di mercato delle prestazioni sanitarie e delle polizze assicurative, nel quadro di privatizzazione dell’assistenza sanitaria di stampo statunitense, pagata dai soci e dai cittadini in sovrapprezzo ai contributi che già versano con la tassazione ordinaria al Fondo sanitario nazionale e regionale.


Nell’ottobre scorso è stata presentata alla stampa locale la convenzione tra AUSL di Modena e Coop Estense che consentirà a 292.000 soci di Coop della Provincia di Modena di accedere a prestazioni specialistiche ambulatoriali di 315 medici in libera professione intramoenia della AUSL di Modena, a tariffe calmierate sia per le prestazioni di diagnostica strumentale che per le sole visite specialistiche, che saranno remunerate con 84 o 65 euro a seconda che il professionista abbia una tariffa ordinaria in libera professione superiore o uguale a 84 euro o compresa tra i 65 e gli 84 euro.

Al di la delle apparenze non è una bella notizia sia per i soci Coop che per gli altri cittadini.

“Privato Ausl Mo – calmierato Coop” = Privatizzazione della sanità pubblica

Vediamo perché:

  1. Anche i soci Coop, come tutti i cittadini, hanno pagato in anticipo le prestazioni specialistiche ambulatoriali e tutte le altre forme di assistenza sanitaria comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza di cui necessitino in ospedale e sul territorio, con le tasse dalle quali è finanziato il Fondo Sanitario Nazionale e con le sovrattasse regionali, che come tutte le altre regioni d’Italia, anche l’Emilia Romagna ha introdotto, per finanziare ulteriormente il suo servizio sanitario regionale, compreso quello nella provincia di Modena. Come tutti i cittadini anche i soci Coop dovrebbero poter accedere alle prestazioni specialistiche ambulatoriali presso le strutture Ausl Mo e convenzionate in tempi clinicamente e socialmente congrui al solo costo del ticket, se e in quanto dovuto. E tralasciamo per il momento il fatto che il ticket, che fu introdotto come “moderatore” di una richiesta smodata di prestazioni specialistiche ambulatoriali equivocate come medicina preventiva, è oggi diventato a forza di incrementi tariffari di origine governativa una vera e propria forma di cofinanziamento delle prestazioni assistenziali da parte dei pazienti!
  2. I tempi di attesa delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate direttamente o in forma convenzionata dalla Ausl di Modena, come è documentato dall’osservatorio regionale sulle liste di attesa consultabile tramite il sito web ufficiale della stessa Ausl di Modena, sono in gran parte oltre gli standard di 30 gg per le visite e di 60 gg per le prestazioni diagnostico strumentali previsti dalla regione Emilia Romagna, e comunque sono in gran parte incompatibili sia con una congrua gestione clinica degli stati di malattia, che sono il presupposto della richiesta di prestazioni specialistiche (!), sia con un congrua gestione sociale dei tempi di vita e di lavoro dei cittadini pazienti. In sostanza cittadini e soci Coop sono, il più delle volte, costretti a ricorrere a professionisti privati non per mero rapporto di fiducia nelle competenze cliniche dei professionisti che scelgono ma perché costretti dalla impossibilità di soddisfare esigenze cliniche e sociali cui ritengono opportuno non, o peggio non possono, derogare, visti i tempi erogativi attualmente offerti da AUSL di Mo;
  3. Il ticket massimo è oggi di 36,15 euro, (per prescrizioni da 1 ad 8 prestazioni per branca specialistica quali radiologia, laboratorio, ecc), per i redditi tra i 36.152 euro ed i 70.000 euro familiari lordi l’anno. Questa è la prima delle tre fasce di reddito familiare fiscale lordo annuo sottoposta a ticket, essendo le altre due, da 70.001 a 100.000 euro ed oltre 100.000 euro, gravate da ulteriori sovrapprezzi crescenti, mentre la fascia di reddito sino 36.152 euro è esente. In qualsiasi caso la tariffa del “Privato Ausl Mo – calmierato Coop” è superiore al ticket oggi dovuto, quando dovuto. Per i soci Coop con reddito familiare fiscale lordo annuo tra i 36.152 euro ed i 70.000 euro, quindi, il ricorso a questo “privato Ausl mo – calmierato Coop“, raddoppia i costi delle prestazioni specialistiche di cui necessitano, per le altre fasce di reddito sono le tariffe del “Privato Ausl Mo – calmierato Coop” sono comunque superiori, mentre per i soci Coop che abbiano un reddito familiare lordo annuo inferiore ai 36.152 euro e che avrebbero diritto a prestazioni senza ticket, l’alternativa “privato ausl mo – calmierato coop” è nei fatti equivalente alla introduzione di un ticket di 65 o 84 euro per avere prestazioni, nei predetti tempi clinicamente e socialmente congrui!

Se è cosi, e purtroppo è così, il ricorso al “privato Ausl Mo – calmierato Coop” non è nei fatti una scelta libera “dal bisogno”, e la convenzione siglata tra AUSL di Modena e Coop Estense non è un passo avanti per la soluzione dei problemi di accesso alla specialistica ambulatoriale ma un passo avanti verso la privatizzazione del servizio sanitario regionale in provincia di Modena.

Sul piano politico, una premessa di principio e di contesto

In Italia, in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione è vigente, sino a quando qualche “soi disant” “cambiatore di verso” e qualche suo ispiratore occulto o smascherato italiano e/o europeo avranno la “compiacenza” di lasciarla vigere, la legge 833 /78 con la quale si è istituito il Servizio sanitario Nazionale e che con l’art. 1 stabilisce :

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale (…). Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio. L’attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini.

Per quanto attiene Coop Estense come si può qualificare la sua politica sociale/imprenditoriale se non come competitiva con il Servizio sanitario nazionale e contraddittoria lo spirito della norma quando, secondo quanto dichiarato dal suo presidente M. Zucchelli:  “Con questa convenzione Coop Estense aggiunge un importante tassello alla politica di tutela dei Soci nell’ambito della salute (che è compito del Servizio sanitario Nazionale! ndr). Un ambito per il quale stiamo costruendo un percorso sempre più ricco ed articolato in termini di offerta, fuori e dentro i nostri negozi, consapevoli dei crescenti bisogni delle persone. Coop Estense è stata la prima insegna in Italia ad aprire parafarmacie nei propri negozi nel 2006. Oggi nella provincia di Modena contiamo 10 reparti Coop Salute, che offrono al consumatore la miglior convenienza possibile sui medicinali e tante possibilità di risparmio sul parafarmaco. Di recente abbiamo esteso il nostro assortimento con prodotti ortopedici, sanitari e per il benessere, nel tentativo, anche in questo caso, di rompere un mercato ancora oggi molto chiuso. All’interno dei reparti Coop Salute offriamo, inoltre, un servizio molto apprezzato dai consumatori, il ‘Cup alla Coop’, realizzato in collaborazione con le Ausl territoriali, che permette all’utente di prenotare le visite specialistiche del servizio sanitario pubblico al banco del farmacista. Allo stesso tempo, fuori dai negozi abbiamo all’attivo numerose convenzioni riservate ai Soci – alcune delle quali strette insieme alle Ausl territoriali – che hanno l’obiettivo di rendere più accessibili le spese per l’assistenza sanitaria“.

Si tenga conto nel valutare queste affermazioni, rilasciate a commento della convenzione con Ausl di Mo e descrittive della realtà, che Coop Estense è anche:

  • azionista dell’Ospedale di Sassuolo
  • proprietaria o collegata con poliambulatori afferenti l’area cooperativa
  • parte non secondaria di quella cooperazione di consumo che è la maggiore azionista diretta o indiretta di Unipol, la principale compagnia assicuratrice Italia attivissima nel settore delle polizze sanitarie.

Con la convenzione con l’AUSL di Modena quindi Coop Estense si configura come organizzazione che amplia l’offerta ai suoi soci di pacchetti di prestazioni specialistiche ambulatoriali scontate, sia presso strutture parzialmente o totalmente partecipate che presso strutture private o pubblico/private convenzionate, come è il caso della libera professione AUSL MO. Alla stessa rete di erogatori potranno accedere i titolari di contratti di assicurazione sanitaria, soci o non di Coop Estense che siano.

È questa una funzione non diversa quella delle Preferred Provider Organization (PPO) statunitensi che operano sul mercato delle assicurazioni sanitarie in USA, paese nel quale il sistema sanitario, anche la parte pubblica è accessibile solo attraverso polizze assicurative, costa il 17% del PIL contro il circa 7% del pubblico più il circa 3% del privato in Italia.

In sostanza a fronte del definanziamento del servizio sanitario nazionale dei governi di larga intesa PD – Centro Destra berlusconiano succedutisi negli anni ed oggi del governo Renzi, Coop Estense attua una politica nella quale il perseguimento dell’obbiettivo statutario di tutela anche della salute dei soci ha il sapore di una politica che strumentalizza le inefficienze del Servizio sanitario nazionale e Regionale per allargare uno spazio di mercato delle prestazioni sanitarie e delle polizze assicurative, nel quadro di privatizzazione dell’assistenza sanitaria di stampo statunitense, pagata dai soci e dai cittadini in sovrapprezzo ai contributi che già versano con la tassazione ordinaria al Fondo sanitario nazionale e regionale!

Per quanto attiene l’Ausl di Mo la convenzione con Coop Estense si configura, a sua volta, come un ampliamento della contraddizione tra la sua mission di struttura pubblica tenuta ad erogare i livelli essenziali di assistenza nei tempi clinicamente e socialmente congrui come prescritto dalla predetta 833/’78 e la impossibilità a far fronte a tale vincolo normativo, sia per la insufficienza dei finanziamenti regionali e nazionali di cui dispone sia per le “inappropriatezze” strutturali organizzative e logistiche che “sequestrano” le dotazioni di personale e strumentali di cui dispone ed ostacolano il pieno dispiegarsi delle loro potenzialità clinico assistenziali.

In assenza, infatti, di un forte investimento e di un adeguato finanziamento regionali per eliminare i tempi di attesa incongrui nella fruizione delle attività specialistiche ambulatoriali proprie, nonché di una adeguata pianificazione aziendale nella eliminazione delle “inappropriatezze” e nello sviluppo delle attività specialistiche ambulatoriali in forma di “percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici” comuni ospedali-distretti, la convenzione con Coop Estense viene ad essere una edulcorata modalità per:

  • promuovere la “acquisizione in carico” dei pazienti soci di Coop Estense prestazioni cui avrebbero diritto pur al costo di un esoso ticket, sotto le mentite spoglie delle tariffe calmierate;
  • prospettare, sempre a carico dei pazienti, un incremento delle remunerazioni che ai professionisti dipendenti vengono negate da anni di blocco dei contratti pubblici e per di più conseguibile solo a seguito di un incremento dei tempi di lavoro oltre le 38 ore settimanali, già di per se stressanti per la riduzione degli organici conseguente al perdurante blocco delle assunzioni! Ciò allettandoli con l’atto di assecondare la loro esigenza di incrementare la propria clientela privata;
  • accedere ad una fonte di finanziamento aggiuntiva a quella costituita dal fondo sanitario regionale poiché la Ausl compartecipa alle entrate dei suoi professionisti oltre la quota di recupero del consumo dei beni strumentali che mette a loro disposizione, venendo quindi a porsi a carico dei pazienti nel momento del bisogno, poiché fino a prova contraria sottoporsi a prestazioni specialistiche ambulatoriali non è una ubbia ma una necessità, con tanti saluti agli elementi solidaristici che connotano il servizio pubblico!

In altre parole in tale quadro la convenzione con Coop Estense viene ad essere per Ausl di Modena una deriva di privatizzazione della sanità pubblica!

Perché in alternativa non rilanciare il pubblico?

Nel caso di Coop Estense in alternativa a quanto sopra descritto non sarebbe più congruo nell’interesse dei soci e del sistema cooperativo stesso “tallonare” il governo Renzi e le Regioni perché siano superati gli sprechi e le inefficienze nella attuazione del principio universalistico di assistenza sanitaria pubblica, il più efficace nella tutela della salute dei cittadini ed il meno dispendioso anche per le imprese stesse, private, pubbliche o cooperative che siano, poiché le tengono libere dai gravami della compartecipazione alle spese assicurative private dei loro dipendenti che opererebbero da ulteriori ostacoli alla competitività, come segnalava Lee Jacocca, General Manager della Crhysler, già alcuni decenni orsono?

Nel caso di Ausl di Modena, della Regione Emilia Romagna di cui è struttura operativa e dei Sindaci della Conferenza Socio Sanitaria della provincia di Modena che esplicano funzioni vincolanti di indirizzo e valutazione sul suo operato, in alternativa all’assecondare le spinte privatistiche in sanità (e dare credito di efficacia a soluzioni esterne alle strutture proprie del Servizio sanitario pubblico quali i punti prenotazione Cup presso le Coop e presso le farmacie!), non sarebbe il caso di rilanciare il servizio pubblico con un nuovo PAL che pianifichi azioni ed quantifichi investimenti in dotazioni organiche, logistica e strumentazioni per innovare e potenziare strutture organizzative e processi operativi e quindi la sua “offerta” di servizi assistenziali?

Gianluigi Trianni, medico di sanità pubblica, Modena.

 

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