Consumo di alcol, politiche di prevenzione e culture del bere
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- 19 Ottobre 2015
Le misure risultate più efficaci per ridurre il consumo di alcol sono: le restrizioni del tasso alcolemico alla guida; le restrizioni della disponibilità di bevande alcoliche, per luoghi e orari di vendita; e l’introduzione dell’età minima per l’acquisto delle medesime. I fattori socio-economico-demografici hanno invece un impatto molto più importante sul cambiamento dei consumi alcolici. Il quadro europeo e italiano.
Il progetto AMPHORA-3 è una ricerca di 4 anni (2009-2012) coordinata dall’Agenzia Regionale Sanitaria Toscana, parte di un più ampio progetto AMPHORA co-finanziato dalla Commissione Europea, e interessata a indagare sui cambiamenti nel consumo di bevande alcoliche e del relativo danno verificatisi in Europa nei circa 50 anni tra il 1960 e il 2008. Vi hanno partecipato 40 ricercatori di 12 paesi, rappresentativi del continente, suddivisi in tre gruppi per tipo di modalità del bere (Tabella 1).
Tabella 1. I paesi europei partecipanti allo studio AMPHORA-3
Paesi dell’area settentrionale | Paesi dell’area centrale | Paesi meridionali | ||
Svezia | R. Unito | Austria | Ungheria | Francia |
Norvegia | Polonia | Svizzera | Spagna | |
Finlandia | P.Bassi | Italia |
Europa
Durante i 50 anni le variazioni nei consumi alcolici sono state rimarchevoli (OMS, 2011). Infatti il consumo alcolico totale nei paesi studiati è un po’ diminuito (in litri di alcol puro per abitanti di 15 anni e oltre, da 10,4 nel periodo 1960-1969 a 9,98 nel periodo 2000-2009), con un certa convergenza tra i paesi. Si riscontrano però andamenti contrastanti nelle 3 aree europee. Mentre Il consumo alcolico totale ha avuto una marcata flessione nell’Europa meridionale (dal 19,4 nel periodo 1960-9 a 10 litri nel periodo 2000-2009), l’aumento è stato notevole nell’Europa settentrionale (da 5,3 a 8,6), e contenuto nell’Europa centrale (da 10,3 a 11,5) – Figura 1. Nello stesso periodo i consumi delle singole bevande (vino, birra, superalcolici) si sono differenziati, con tendenza alla riduzione delle bevande tradizionali e aumento delle bevande meno tradizionali di ciascun paese, il che fa supporre una competizione tra bevande (Knibbe e coll., 1996).
Figura 1. Litri in alcol puro del consumo totale di alcol registrato per abitante, 15 anni e oltre, in 12 paesi europei raggruppati in 3 macro aree: 1960-2009 (OMS, 2011)

In parallelo alla diminuzione dei consumi, ha mostrato una complessiva riduzione anche la mortalità alcol-correlata – cioè la mortalità per epatopatia cronica e cirrosi, e quella per incidenti da trasporto (OMS, 2015). La diminuzione dei decessi per malattie epatiche tra il 1970 e il 2010 risulta dalla combinazione della forte riduzione nell’Europa meridionale (-65%) e dell’aumento relativo nell’Europa settentrionale (+39,%) e in quella centrale (+19%). La mortalità per incidenti da trasporto è diminuita da 17,64 morti per 100.000 negli anni 1970-1979 a 8,71 morti per 100.000 negli anni 2000-2009 (tutte le età, popolazione generale) – Figure 2 e 3.
Figura 2. Mortalità per malattia cronica epatica e cirrosi – per ambo i generi, tutte le età, per 100,000 pop. in 12 paesi europei raggruppati in 3 macro-aree: 1970-2009 (OMS, 2015)

Figura 3. Mortalità per incidenti da trasporti – per ambo i generi, tutte le età, per 100,000 pop. in 12 paesi europei raggruppati in 3 macro-aree: 1979-2009 (OMS, 2015)

Il progetto AMPHORA-3
Scopo centrale del progetto AMPHORA-3 è stato individuare le politiche alcologiche e i fenomeni sociali, economici, demografici, e culturali che hanno avuto un effetto sui cambiamenti dei consumi e dei danni. A tal fine sono state identificate 11 categorie di politiche alcologiche, e 79 fattori socio-economico-demografici potenzialmente influenti sui cambiamenti. I dati sono stati raccolti ricorrendo alle fonti dei singoli paesi e a quelle internazionali (Allamani, Anderson e Einstein, 2014) (Il database è consultabile presso info@amphoraproject.net, the Amphora Project Work Package 3). L’analisi è stata compiuta mediante i metodi delle Serie Temporali e delle Reti Neurali Artificiali (AMPHORA-3, 2013). In particolare, lo studio sui 12 paesi europei e durante i 50 anni dello studio ha dimostrato che (Allamani, Pepe, e coll., 2014):
- nonostante la crescente globalizzazione degli stili di vita e dei comportamenti, si possono ancora riconoscere specifici modi di bere, propri di 3 aree geografiche: Europa settentrionale – che include alcuni paesi dell’est europeo tradizionalmente consumatori di superalcolici -, Europa Centrale e Europa meridionale.
- Le misure di politica alcologica preventiva incidono solo parzialmente sui cambiamenti dei consumi di bevande alcoliche. Inoltre i cambiamenti possono avvenire anche senza interventi di prevenzione, com’è stato nel caso della riduzione di consumi iniziata in Francia negli anni ‘60 e in Spagna e in Italia negli anni ’70, occorse prima dell’introduzione di politiche restrittive; e dell’aumento dei consumi in Finlandia e in Norvegia negli anni ’60, prima che fossero introdotte politiche permissive (Allamani, Olimpi e coll., 2014). Nell’insieme le misure risultate più efficaci (cioè significativamente associate alla riduzione del consumo) sono risultate: (a) le restrizioni del tasso alcolemico alla guida (b) le restrizioni della disponibilità di bevande alcoliche (per luoghi e orari di vendita) e (c) l’introduzione dell’età minima per l’acquisto delle medesime. Secondo i paesi, vi sono però parecchie diversità, con una curva dei consumi crescente e inspiegabilmente correlata all’introduzione dell’età minima in Austria, alla restrizione del tasso alcolemico alla guida nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Spagna, e alle restrizioni di disponibilità nel Regno Unito.
- I fattori socio-economico-demografici hanno invece un impatto molto importante sul cambiamento dei consumi alcolici, che è maggiore rispetto alle politiche. Infatti essi sono in grado di spiegare il 72% del cambiamento, mentre le politiche ne spiegano solo il 38% (secondo il metodo delle correlazioni quadratiche parziali). Consistono soprattutto in (a) urbanizzazione, (b) reddito e (c) età media delle madri ai loro parti, fattori tutti in crescita nel periodo in studio. Si correlano significativamente con l’aumento di birra, vino e alcol totale nell’Europa settentrionale, con l’aumento di birra, vino, superalcolici e alcol totale nell’Europa centrale; mentre nell’Europa meridionale sono correlati con l’incremento di birra, e la diminuzione di vini, superalcolici e alcol totale.
- Le riduzioni delle morti per incidenti da trasporto e, talvolta delle morti per malattie croniche del fegato e cirrosi, sono correlate agli indicatori socio-demografici di benessere (maggiore età delle madri ai parti e invecchiamento della popolazione), nonché, nel caso dell’Europa centrale e dell’Europa meridionale, alle restrizioni del tasso alcolemico alla guida. Anche qui, i fattori socio-economico-demografici sono in grado di spiegare meglio le variazioni rispetto alle misure di prevenzione, sia nel caso della mortalità epatica (43% vs 30%) sia nel caso della mortalità per trasporti (52% vs 31%). Risulta infine evidente per l’Europa settentrionale e centrale l’associazione tra consumo alcolico e mortalità.
Italia
Riguardo l’Italia I risultati ottenuti dal progetto AMPHORA-3, sono così sintetizzabili (Allamani, Voller e coll., 2014):
- tra il 1973 e il 2010 il consumo di bevande alcoliche totale è calato del 65%, e quello di vino del 71%, mentre il consumo di birra è cresciuto del 75% – pur restando l’Italia un paese di bevitori di vino, specie durante i pasti.
- Sono diminuiti i decessi (tutte le età per 100.000 della popolazione generale) da malattie croniche del fegato e cirrosi (da 30,7 nel 1970 a 8,0 nel 2010) e da incidenti di trasporto (da 19,6 nel 1979 a 6,9 nel 2010).
- I fattori socio-economici e demografici – in particolare urbanizzazione, invecchiamento della popolazione, accreciuto reddito e aumento sia dell’impiego femminile sia dell’età della madri ai parti – e i cambiamenti nell’alimentazione (accresciuto consumo di carne) hanno mostrato un impatto significativo sui cambiamenti del consumo alcolico e sui danni alcol-correlati, molto superiore a quello delle politiche alcologiche (spiegano il 79,5% dei cambiamenti di consumo, che le misure sono in grado di spiegare solo nel 10,8% dei casi).
- Le misure di politica alcologica preventiva non hanno avuto parte nella riduzione dei consumi e dei danni tra il 1970 e il 1988, non esistendo allora alcuna politica alcologica; dal 1988 il controllo del tasso alcolemico alla guida e le restrizioni alla vendita di bevande alcoliche hanno avuto un ruolo, peraltro minore, nel sostenere la costante diminuzione di consumi e danni.
Conclusione
In sede di pianifcazione e attuazione di nuove misure di politica alcologica preventiva, non è sufficiente applicare azioni risultate efficaci in altri luoghi e tempi, ma deve essere preso in attenta considerazione il ruolo dei fattori socio-economici e demografici propri dell’ambito di intervento.
Allaman Allamani, psichiatra, già coordinatore del Centro Alcologico dell’Azienda Sanitaria di Firenze
Bibliografia
- Allamani A, Anderson P, Einstein S. Drinking Patterns in 12 European Countries: Unplanned Contextual Factors and Planned Alcohol Control Policy Measures. Substance Use & Misuse 2014; 49(12):1505-1750.
- AMPHORA Workpackage3 (2013). Report of an analysis of European alcohol-related cultural, social and policy interactions and their impact on alcohol consumption and alcohol-related harm [PDF: 10,8Mb]
- Amphora Project Work Package 3 dataset can be obtained by researchers asking: info@amphoraproject.net
- Allamani A, Pepe P, Baccini M, Massini G, Voller F. An analysis of changes in the consumption of alcoholic beverages: the interaction between consumption, related harms, contextual factors and alcoholic beverage control policies. Substance Use & Misuse 2014; 49: 1692-1715.
- Allamani A, Voller F, Pepe P, Baccini M, Massini G, Cipriani F. Italy Between Drinking Culture and Control Policies for Alcoholic Beverages. Subst Use Misuse 2014;49(12):1646-64.
- Knibbe RA, Drop MJ, Hupkens CLH. Modernization and geographical diffusion as explanations for regional differences in the consumption of wine and beer in the European community. Substance Use & Misuse 1996; 31(11–12): 1639–1655.
- World Health Organization, 2011. Global Information System on Alcohol and Health (GISAH) [online database]. Geneva: WHO, 2011
- World Health Organization, 2015. Health for All data Base