Obbligo vaccinale. Occhio ai dati del Veneto

Massimo Valsecchi

Il Veneto, al pari del trend nazionale, ha registrato un rilevante calo della copertura vaccinale, ma i dati più recenti dimostrano un netto recupero. Il problema ora è capire se anche le altre Regioni hanno un trend comparabile a quello che si sta verificando in Veneto, per evitare inutili allarmismi.  La discussione sull’obbligo vaccinale sottende in realtà uno scontro tutto politico su quale sia il livello di autonomia che in sanità è opportuno attribuire alle Regioni.


La decisione di alcune amministrazioni locali o regionali di introdurre una qualche forma di obbligo vaccinale sta suscitando un vasto, e talora aspro, dibattito. Alla base di tali scelte vi è un calo delle coperture per le vaccinazioni dell’infanzia registrato, in varia misura, in tutte le regioni italiane, come viene riportato nel post Niente asilo senza vaccino di Pier Luigi Lopalco, relativi ai soggetti nati nel 2013 che hanno completato il ciclo vaccinale nel 24 mesi successivi (cioè entro il 2015).

Per fortuna il reale corre veloce.  I dati estesi fino al primo semestre 2016 dimostrano che le cose in Veneto, rispetto al 2013, siano cambiate sensibilmente – vedi Figura 1[1].

Figura 1.  Regione Veneto. Andamento per coorte semestrale. Semestri 2008-2016 delle coperture vaccinali per poliomielite (1a dose) a 3-6 mesi dalla nascita; e coperture vaccinali a 24 mesi (3a dose) per le coorti complete 2008-2013.

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Se si confronta il trend del grafico sovrastante con quelli dell’articolo di Lopalco si può notare che il trend nazionale e quello della nostra regione sono entrambi in discesa fino alla fine del 2013 dopo di che, in Veneto,  a partire con i nati del 2014 inizia una robusta ripresa che, peraltro, non “raccoglie” ancora l’incremento che sta derivando dalla (incongrua) agitazione dovuta all’allarme meningite. E’ interessante notare, a proposito di questo punto, che, in Veneto, nel dicembre 2007, la comparsa di un’epidemia di meningite in provincia di Treviso, abbia già avuto come effetto di trascinamento  l’incremento della copertura anche del vaccino contro la polio e delle altre vaccinazioni proposte. Credo che questo effetto di trascinamento si verificherà ampiamente anche con le coperture del secondo semestre 2016 ed almeno con il primo semestre 2017.

Va, infine, tenuto conto di un “artefatto” tecnico della raccolta di dati nazionale che mantiene artificiosamente bassi i tassi di copertura nelle statistiche ufficiali. Le coperture delle singole coorti di nascita vengono infatti “fotografate” ad intervallo fisso (24 mesi) il che non consente di cogliere le vaccinazioni di tutti quei soggetti della coorte che si vaccinano in ritardo.

Per dare un’idea della dimensione di questa sottovalutazione riporto i dati relativi all’ULSS di Verona. Su una popolazione di 471.887 residenti, 36 comuni e 4.129 nati nel 2015:

la copertura secondo il report ufficiale (sempre della coorte di nati nel 2013, verificata a 24 mesi di età) è del 92,7 % per la poliomielite  e dell’88,9 % per il morbillo. (Fonte: Report sull’attività vaccinale dell’anno 2015. Regione Veneto).  In realtà , la verifica (estrazione dati effettuata il 1212017 dal nostro sistema informatico) di quale sia la copertura vaccinale per tutti i bambini nati dal primo gennaio 2002 al 31 dicembre 2016 (vale a dire una coorte di 56.330 bambini che costituiscono l’effettivo “gregge” da tutelare contro la circolazione delle malattie contagiose) evidenzia :

  • per la polio (tre dosi): il 95,23 %
  • per il morbillo (una dose): il 93,37 %

Come si vede, con questi dati, parlare della presenza di una “seria minaccia, anche solo potenziale, per la salute pubblica ” mi sembra eccessivo.

Ritengo che i dati dell’intera regione (che al momento non ho a disposizione) non differiscano granché dai dati dell’ULSS 20 dato che le verifiche di questo tipo effettuate in passato hanno dato questo tipo di risultato. Trovo conforto in questa opinione dalla verifica dei dati regionali di incidenza del morbillo che non sarebbero così ridotti se la copertura vaccinale fosse realmente così esigua come indicato dalle statistiche  ministeriali [2] – Tabella 1.

Tabella 1.  Casi di morbillo notificati in Veneto, tasso di incidenza per 100.000  in Veneto e in Italia.

AnnoNumero casi VenetoIncidenza x 100.000Incidenza in Italia
2016330,71,2
2015230,50,3
2014611,22,8


Il problema, quindi, ora, è capire se anche le altre regioni hanno un trend comparabile a quello che si sta verificando in Veneto
(Figura 1) in modo da evitare di attivare una imbarazzante caccia ai buoi che, fuggiti dalla stalla, se ne sono tornati dentro incuranti dei contadini che li stanno cercando dove non sono più.  Credo non dovrebbe essere difficile per il Ministero e l’ISS effettuare un rilievo simile nelle altre regioni.

Un ultimo riferimento a quanto dice Lopalco  (con il garbo che gli invidio e che proprio non mi riesce di imitare) dei guelfi e ghibellini.  Condivido appieno la sua preoccupazione perché mi pare evidente che la discussione su obbligo sìobbligo no sottenda in realtà uno scontro tutto politico su quale sia il livello di autonomia che in sanità è opportuno attribuire alle regioni.

A torto la sospensione dell’obbligo è stato assunto da un vasto e composito schieramento nazionale come emblema delle scelte erronee che una Regione autonoma può assumere. C’era solo l’imbarazzo della scelta, in realtà, per documentare che la regionalizzazione della sanità ha prodotto, anche, guasti profondi ed è perfino ingenuo che, per questa operazione, si sia scelto un bersaglio sbagliato come la sospensione dell’obbligo che si scontra contro i numeri .

Ma come è noto, quando entra in campo la politica anche i fatti rischiano di essere sommersi dal clamore anche se, poi, hanno la fastidiosa tendenza a riemergere.

Massimo Valsecchi, Già Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Verona.

Bibliografia

  1. Le strategie della Regione Veneto. A cura della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, veterinaria della Regione Veneto. Nord Est Sanità, Anno 9, numero 6. Novembre-Dicembre 2016.
  2. Epicentro: Morbillo e Rosolia News

 

3 commenti

  1. Accolgo con piacere il dibattito sul tema e gli ulteriori punti di riflessione relativi alla situazione Veneta. Ribadisco la mia posizione interlocutoria sulla questione dell’obbligo: poiché al momento non esistono evidenze forti a supportare l’una o l’altra posizione, ogni intervento in tema di obbligo – sia in un senso che nell’altro – deve comunque essere attentamente monitorato. Vorrei invece fare due considerazioni sulla questione della raccolta dati del Ministero. Il fatto di raccogliere i dati di copertura al 24 mese rappresenta uno standard internazionale (OMS) e serve anche a effettuare confronti con altre nazioni nel mondo. Oltre a questo, il metodo, anche se non offre una stima puntuale precisissima (come giustamente sottolinea Valsecchi, alcuni decidono di completare il calendario dopo il 24 mese) comunque è molto affidabile per mostrare dei trend. Se infatti ci sono 1-2 punti percentuali di differenza fra copertura notificata a 24 mesi e copertura reale (dopo recupero dei forti ritardatari), questa differenza è ragionevolmente stabile negli anni. Valsecchi mostra un netto recupero evidenziabile analizzando i dati correnti in Veneto. Non posso che rallegrarmi se un 2-3% di genitori abbia spontaneamente cambiato idea. Voglio però sottolineare che questo “spontaneamente” deriva anche dal fatto che in Veneto – dopo la sospensione dell’obbligo – sono stati fatti importanti investimenti nel programma vaccinale. E’ così nel resto d’Italia? Io credo che la proposta delle regioni di mettere un filtro per l’accesso agli asili sia un messaggio del genere: “Lo Stato afferma che le vaccinazioni sono importanti”. E’ una toppa su una falla, quella dell’esitazione vaccinale, che sta rischiando di allargarsi a dismisura. Come ogni toppa, non può resistere sul lungo periodo e quindi va affiancata ad una serie di interventi sia contingenti (stringere il giro di vite sui medici antivaccinisti) sia strutturali, attraverso un potenziamento dei servizi di vaccinazione e una seria attività culturale diffusa indirizzata sia agli operatori che al pubblico generale.

  2. FIRMA CONTRO OBBLIGATORIETA’ DI 13 VACCINI – PREVISTA DAL DISEGNO DI LEGGE 2679 DEL PD (2.2.2017) https://www.change.org/p/alla-corte-costituzionale-italiana-firma-contro-obbligatorieta-dei-vaccini-prevista-dal-disegno-di-legge-2679-del-pd?recruiter=38282632&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_term=des-md-google-no_msg

    PERCHE’ ALLA CORTE DI STRASSBURGO
    CI STIAMO RIVOLGENDO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DI STRASSBURGO PERCHE’ QUESTA LEGGE CONTRAVVIENE ALLO SPIRITO E ALLA LETTERA DELLA CONVENZIONE DI OVIEDO. (Art. 5 Regola generale: Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso).
    CHE COSA DICONO LE ASL ITALIANE
    In Italia nessuna ASL ti spiega a quali rischi vai incontro facendo vaccinare tuo figlio. Anzi ti dicono sempre che i vaccini sono sicuri e innocui, mentre basterebbe leggere attentamente il bugiardino che accompagna i vaccini per rendersi contro che le stesse case farmaceutiche si sollevano da ogni responsabilità dichiarando che può causare ogni tipo di allergie e di reazioni avverse anche mortali. Chiediamo pertanto a gran voce, se i medici vogliono rispettare un po’ di etica professionale e desiderano essere appena un po’ obiettivi, di affiggere in bacheche apposite tutti i bugiardini dei vaccini da inoculare, in maniera tale che ogni genitore sia regolarmente informato e possa pensare ai “danni scientifici” cui va incontro il proprio figlio, senza uno screening e un’analisi delle possibili allergie ai componenti presenti nei vaccini. Si chiede inoltre che i vaccini vengano inoculati singolarmente e che sia rimesso in commercio il tetravalente e non l’esavalente che viene spacciato per obbligatorio, mentre è semplicemente illegale. Ricordiamo infine che i vaccini possono anche essere obbligatori per legge ma non coercitivi, ossia la forza pubblica non può sequestrarvi il figlio e sottoporlo a vaccinazione forzata, MA IL PD STA PENSANDO ANCHE A QUESTO SE LASCERETE PASSARE IL PRESENTE DISEGNO DI LEGGE N° 2679. LA LIBERTA’ SI CONQUISTA INFORMANDOSI E LOTTANDO GIORNO DOPO GIORNO, MENTRE LA DITTATURA VE LA REGALANO IN UN ATTIMO. NON PERMETTIAMOGLIELO.

    1. Anch’io sono contrario a rendere obbligatori i vaccini.
      Lascerei la decisione ai genitori. Faccio il pediatra e nel mio ambulatorio il problema l’ho risolto facilmente.
      Chi non vuole vaccinare i propri figli senza che vi siano controindicazioni oggettive e’ invitato da me a scegliere un altro pediatra; se non lo fa sono io a ricusare il paziente essendo venuto meno il rapporto di fiducia nei miei confronti.
      A livello generale mi sono trovato d’accordo con la Senatrice a vita Cattaneo che , contraria come me all’obbligatorieta’ dei vaccini, suggeriva di far firmare ai genitori No-Vax una liberatoria in cui si assumono tutte le responsabilita’ e le spese mediche per eventuali danni legati a malattie contratte dai loro figli che potevano essere evitate dai vaccini. Invece in Italia una persona con handicap a causa di una encefalite da morbillo (1 ogni 1000 malati) riceve ogni tipo di assistenza sanitaria e pensionistica a carico dell’intera collettivita’.

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