Il DL vaccini. I cittadini devono essere sudditi o sovrani?
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- 21 Giugno 2017
I genitori sui quali ricade la grande responsabilità di crescere le future generazioni meriterebbero, soprattutto quando nutrono dubbi e reticenze, più attenzione, più disponibilità al dialogo, anziché obblighi e sanzioni obiettivamente molto pesanti. La richiesta di una obbedienza cieca potrebbe almeno essere sostituita con la promozione di una obbedienza illuminata, consapevole e responsabile. Le debolezze e le incongruenze del DL vaccini rischiano di accrescere, anziché contenere, le esitazioni vaccinali, producendo un possibile effetto boomerang che non farà certo bene alla salute pubblica e al Paese.
Il decreto legge “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”, pubblicato il 7 giugno u.s. in Gazzetta Ufficiale, trasmette alla popolazione un messaggio di forte preoccupazione per la salute pubblica, ma è motivo di grandi perplessità da parte di esperti, scienziati, decisori e famiglie ed ha aperto un dibattito delicato che avremmo forse potuto evitare.
Proviamo a sintetizzarne i contenuti.
Il Decreto è composto da 8 articoli: in essi viene dettagliato l’elenco delle vaccinazioni rese obbligatorie per i minori di 16 anni, secondo le indicazioni contenute nel Calendario vaccinale nazionale relativo a ciascuna coorte di nascita. Sono confermate le 4 vaccinazioni attualmente obbligatorie (antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e anti epatite B), alle quali se ne aggiungono altre otto (antipertosse, anti-Haemophilus tipo B, anti-meningococco B, anti-meningococco C, antimorbillo, antirosolia, antiparotite e antivaricella), per un totale di 12 vaccinazioni obbligatorie.
Sono esonerati dall’obbligo vaccinale i minori già immunizzati a seguito di malattia naturale (ad eccezione per il Meningococco tipo B e C e il tetano, per cui si prevede la vaccinazione anche in caso di pregressa malattia). Le vaccinazioni possono inoltre essere omesse o differite ai bambini che presentano un “accertato pericolo per la salute” a causa di condizioni cliniche documentate che costituiscono una controindicazione, permanente o temporanea, all’effettuazione di una o più vaccinazioni.
Ai fini dell’obbligatorietà delle 12 vaccinazioni, il DL prevede che i responsabili scolastici (delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione, dei servizi educativi per l’infanzia, dei centri di formazione professionale regionale e delle scuole private non paritarie) debbano richiedere ai genitori, all’atto dell’iscrizione, la documentazione che attesti l’effettuazione di tutte le vaccinazioni obbligatorie, o la formale richiesta di vaccinazione all’Azienda sanitaria competente o l’esonero per motivi gravi di salute.
Nei casi di inadempimento dell’obbligo vaccinale, si prevedono procedure di contatto con i genitori, richiami scritti delle Asl, inviti a colloqui e convocazioni anche con il pediatra di libera scelta. Nel caso in cui i genitori non avviassero comunque le vaccinazioni obbligatorie, il DL prevede che:
- i minori di 6 anni non possano frequentare i servizi per l’infanzia e le scuole materne;
- i genitori dei minori di 16 anni siano soggetti ad una sanzione pecuniaria variabile da 500 a 7.500 euro, a seconda del grado di inadempienza;
- i genitori inadempienti, anche dopo le contestazioni dell’Asl, siano segnalati al Tribunale dei Minori per gli eventuali pronunciamenti in materia di responsabilità genitoriale.
I contenuti del decreto sono sicuramente impegnativi per le famiglie, le scuole, i servizi vaccinali e i tribunali dei minori. Proprio per questo è necessario domandarsi se sono anche necessari, proporzionati ed efficaci. Proviamo a fornire qualche elemento di riflessione.
Sono necessari 12 vaccini obbligatori?
Una prima questione riguarda la effettiva necessità di un provvedimento urgente su 12 vaccini.
I dati disponibili per il nostro Paese, purtroppo non sempre chiari e facilmente accessibili, segnalano un calo delle coperture vaccinali al di sotto della soglia raccomandata dall’OMS del 95%, calo differenziato per i diversi vaccini, con ampia variabilità nel tempo, nei luoghi e nei gruppi di popolazione. Il calo interessa in modo particolare morbillo e pertosse e si registra un aumento dei casi di morbillo (Figura 1).
Figura 1. Il Morbillo in Italia – 2013-2017

Fonte: Ministrero della Salute
In proposito è utile sottolineare che:
- la soglia del 95% non corrisponde al livello critico di copertura vaccinale necessario per instaurare l’“immunità di gregge”. Tale livello critico dipende, infatti, da vari fattori, quali la trasmissibilità dell’agente infettivo, la natura dell’immunità indotta dal vaccino, le modalità di trasmissione dell’infezione, la condizione di suscettibilità della popolazione. Ne consegue che i livelli di copertura critici sono diversi da infezione a infezione e, anche, da popolazione a popolazione.
Ad esempio le soglie critiche, sulle quali la comunità scientifica concorda e che centinaia di specialisti hanno studiato sui testi universitari, sono così indicate [1]:
– Morbillo 90-95%
– Pertosse 90-95%
– Varicella 85-90%
– Parotite 85-90%
– Rosolia 82-87%
– Poliomielite 82-87%
– Difterite 82-87%
- sulla base di tali riferimenti, i dati sulle coperture vaccinali collocherebbero solo la vaccinazione antimorbillo sotto la soglia critica. Su tale situazione appare sicuramente opportuno intervenire, anche se è bene evidenziare che, per il morbillo, la soglia critica dell’immunità di gruppo non è mai stata raggiunta nel nostro Paese e che l’epidemia in atto perdura da almeno dieci anni, nel corso dei quali poco è stato probabilmente fatto per contrastare efficacemente la caduta delle coperture;
- considerata la situazione del morbillo, appare evidente l’inadeguatezza del decreto legge: la sola vaccinazione dei nuovi nati e dei non vaccinati con meno di 16 anni sembra essere insufficiente ad arginare rapidamente il diffondersi della malattia: sarebbe probabilmente necessario estendere l’obbligo a tutti gli operatori sanitari e ad età successive a quelle della scuola dell’obbligo (l’età mediana dei casi oggi riscontrati nel nostro Paese è infatti 27 anni!). In ogni caso, stante il livello di copertura vaccinale presente nelle nuove generazioni sarebbe, probabilmente, sufficiente adottare un provvedimento dichiaratamente temporaneo, destinato ad essere superato al raggiungimento di adeguati livelli di copertura vaccinale;
- il concetto di soglia critica si applica alle infezioni che si intendono controllare attraverso una copertura vaccinale sufficiente a garantire l’immunità di gruppo. Non vale però per le infezioni non contagiose, come il tetano, rispetto al quale la vaccinazione è sicuramente importante ma l’esclusione dalla scuole dell’infanzia di eventuali inadempienti ha poco a che vedere con l’immunità di gregge (come invece prevede il decreto legge). Non si applica, di norma, neppure a quelle infezioni che per rarità e condizioni di diffusione sono difficili da eliminare e verso le quali si ricorre alla vaccinazione protettiva dei soli soggetti più vulnerabili, come nel caso delle meningiti batteriche nei primi anni di vita, per le quali il DL prevede invece l’obbligatorietà.
Il DL è coerente con la programmazione vigente?
Un secondo aspetto riguarda la coerenza rispetto alla programmazione sanitaria vigente, in particolare il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 (PNP) e il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV), nonché rispetto alle evidenze scientifiche.
Il PNPV 2017-2019, approvato a gennaio us, è impostato su una visione che fa dell’educazione sanitaria, della responsabilizzazione e dell’empowerment dei cittadini il fulcro di tutte le azioni da intraprendere. In esso si afferma fra l’altro: “L’empowerment dei cittadini non è basato solamente sulla capacità dei programmi di prevenzione di raggiungere i soggetti da coinvolgere, ma anche, e soprattutto, sulla formazione degli operatori sanitari. Questi ultimi devono essere fautori dell’interesse individuale e collettivo delle vaccinazioni, instaurando relazioni attente alle esigenze e preoccupazioni dei singoli, basate sul dialogo chiaro e comprensibile, l’importanza del quale è maggiormente evidente se solo si pensa alla relazione tra operatore sanitario e genitore nel complesso processo decisionale che è la vaccinazione dell’infanzia.” Come si concilia tale affermazione con la scelta della obbligatorietà di 12 vaccini, scelta che costituisce una vera e propria inversione di rotta rispetto alle scelte effettuate solo pochi mesi prima nel PNPV? eppure, i dati di copertura vaccinale erano noti da tempo e non erano molto dissimili da quelli di oggi. Evidentemente gli estensori dei due documenti non si sono coordinati!
Il DL appena approvato presenta inoltre alcune discordanze tecniche rispetto al PNPV 2017-2019. Si pensi ad esempio alla vaccinazione anti pneumococco, consigliata nel PNPV e non considerata nel DL: non che si voglia qui suggerirne l’obbligatorietà, ma sembrerebbe doveroso mettere a disposizione della popolazione (e del legislatore che deve convertire il DL) gli elementi tecnici che hanno condotto a tale decisione, anche solo per evitare ulteriori equivoci. Non può essere certo sufficiente la risposta dei massimi esponenti dell’Istituto Superiore di Sanità che, in audizione al Senato, hanno riferito della disponibilità della ministra a inserire nel DL tale vaccinazione “se qualcuno glielo chiede”. A dispetto delle evidenze scientifiche!
Ancora. Sul piano tecnico, su quali basi scientifiche si prevede la somministrazione dell’anti-haemophilus B fino all’età di 16 anni quando la vaccinazione sembrerebbe essere utile solo nei primissimi anni di vita, tanto è vero che non si dispone di un vaccino autorizzato per età superiore ai 5 anni? Su quali basi sono state inserite nel DL le vaccinazioni per il meningococco B e C fino ai 16 anni, quando autorevoli studiosi ne hanno suggerito l’omissione “in attesa di dati più sicuri sulla reale durata nel tempo dell’effetto immunitario e considerando la bassa contagiosità del meningococco e la bassa prevalenza di portatori sani in età infantile, che rendono meno rilevante il potenziale impatto sulla protezione della salute della comunità della vaccinazione nei primi anni di vita”[2]?
Gli elementi di perplessità non finiscono qui, ma i dubbi esposti sono sufficienti a giustificare l’amarezza e le preoccupazioni che il decreto solleva.
Amarezza, perché si sta assistendo ancora una volta, nonostante le raccomandazioni dello stesso PNPV, a scelte che non fanno tesoro dei (pochi) dati disponibili, che non sono basate sulle evidenze e che finiscono per aumentare il gap tra scienza e istituzioni. Non era proprio possibile fare meglio?
Amarezza, perché gli obblighi e le sanzioni sono la forma più bassa di educazione e di governo della complessità: ad essi sarebbe opportuno fare ricorso solo quando strettamente inevitabili.
Amarezza, perché le mamme e i papà sui quali ricade la grande responsabilità di crescere le future generazioni meriterebbero, soprattutto quando nutrono dubbi e reticenze, più attenzione, più disponibilità al dialogo, anziché obblighi e sanzioni obiettivamente molto pesanti. La richiesta di una obbedienza cieca potrebbe almeno essere sostituita con la promozione di una obbedienza illuminata, consapevole e responsabile.
E infine preoccupazione, perché lo sviluppo del dibattito e le debolezze dei percorsi rischiano di accrescere, anziché contenere, le esitazioni vaccinali, producendo un possibile effetto boomerang che non farà certo bene alla salute pubblica e al Paese.
Preoccupazione, perché nella sua attuale versione il provvedimento appare frettoloso, incompleto e al contempo ridondante, inutilmente complicato dal punto di vista amministrativo, di difficile comprensione per gli operatori e i destinatari nonché di complessa applicazione.
La speranza è che il Ministro e il Governo dimostrino capacità di ascolto, e non solo nei confronti delle persone che chiedono informazione e trasparenza. Occorre lavorare, come ben ha affermato recentemente il Ministro all’Executive Board dell’OMS, affinché anche queste delicate decisioni siano orientate dall’evidenza scientifica, basata su una ricerca indipendente. E poiché è stato adottato un provvedimento che interferisce così pesantemente nelle scelte delle giovani famiglie, ancorché disegnato nel loro presunto interesse, occorre corredare ogni imposizione con valutazioni relative alla reale necessità e proporzionalità delle decisioni e lavorare per conquistare la fiducia delle stesse.
Mostrare il pugno di ferro non sempre paga, neanche in termini di consenso elettorale. E per fortuna.
Nerina Dirindin, Senatore della Repubblica
- Anderson RM, May RM. Infectious diseases of Humans: dynamics and control. Oxford. Oxford University Press; 1991. Valori simili sono riportati anche nei documenti dell’ISS.
- Garattini S. Pro-memoria sul decreto legge “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” inviato alla Commissione Sanità del Senato, 19 giugno 2017.
Per precisare alcune osservazioni contenute nel testo: la vaccinazione anti Men B è prevista solo per i nati dal 2017 e quella anti Men C per i nati dal 2012 in poi (https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_2967_listaFile_itemName_3_file.pdf)
Buongiorno,
in primis mi riconosco a pieno con i contenuti dell’articolo e, cosa ben più importante, finalmente vedo una obiettiva modalità di fare informazione.
Bisognerebbe inoltrare e pubblicamente questo illuminante articolo della senatrice Dirindin a TUTTI gli attori coinvolti a partire dal presidente Mattarella che questo DL lo ha firmato, passando per la Lorenzin che lo ha presentato così frettolosamente finendo poi a tutti i signori parlamentari che ieri hanno votato sulla non incostituzionalità di tale DL.
Auspico che ciò avvenga nella piena trasparenza in modo da poter far partire quel giusto dialogo costruttivo che solo potrà portarci al di la dell’ostacolo.
Cordialmente e con stima.
Agostino Terranova
Io resto teoricamente convinto che l’informazione sia la strada migliore. Ma purtroppo è una strada lunga, difficile e molto costosa e, benché tutti si dichiarino disposti a investirvi, alla fine nessuno lo fa come si dovrebbe. Purtroppo, se è vero che è da dimostrare che l’obbligo sia efficace a lungo termine, è ancora più da dimostrare che lo sia l’informazione. Ci sono molti casi in cui i provvedimenti normativi sono stati molto efficaci. E in molti casi è successo che la norma abbia fatto cultura.
Personalmente con il dibattito e l’informazione (a cui mi sono dedicato da tempo con impegno) non sono riuscito a far cambiare idea a quasi nessuno scettico sulle vaccinazioni. non so voi. Purtroppo si sta assistendo a una polarizzazione ideologica molto pericolosa e i movimenti di persone contrarie alle vaccinazione stanno crescendo rapidamente. Io condivido la percezione di pericolo che ha dato origine a questo pur drastico provvedimento.
Anche il tema della libertà non va affrontato in modo ideologico. Ci sono molti obblighi a cui sottostiamo senza problemi, come l’obbligo scolastico, l’obbligo di utilizzare le cinture di sicurezza, il casco o di sottoporre il nostro veicolo a collaudi periodici. Credo che un Paese possa legittimamente decidere di utilizzare l’obbligo vaccinale come strategia di sanità pubblica.
io penso che un paese come il nostro pieno di conttraddizioni in tutti i campi anche in quello politico e sindacale vedeva il nostro paese avere il piu grande partito di sin e il piu grande sind con la classe operaia meno tutelata dell occidente senza un minimo di politica per i giovani tutto legato alla possibilita familiari adesso se non si vuole sbagliare bisogna andare sui problemi concreti e muovere le coscienze su temi reali uno fra tutti se non si voule fare altro tutelare le donne le piu deboli cioe le casalinghe che sono le prime lavoratrici di uno stato democratico con un reddito per chi sceglie di farlo anche per un periodo limitato della sua vita questa potrebbe essere una proposta di un partito di sin che metterebbe in moto meccanismi nuovi e sposterebbe il tiro di vuole anzi non vuole un reddito per i giovani che limportante ridistribuire liberta ai cittadini liberi di scegliere di vivere e non di morire con scelte che portono verso la depressione collettiva ed un impoverimento fisico e culturale come adesso ciao
Grazie, senatrice Dirindin, per la chiarezza delle argomentazioni.
Come medico avverto che il sospetto dei cittadini nei confronti della medicina “ufficiale” necessita di due correttivi fondamentali che sono
A. la disponibilità dei sanitari alla comunicazione onesta e
B. la conoscenza delle prove di efficacia dei trattamenti e delle procedure, da rendere note con linguaggio appropriato ai cittadini.
Il mio sforzo quotidiano per una comunicazione adeguata con i pazienti esce svilito e isolato dalle ultime vicende legislative.
M. Congedo
Complimenti per chiarezza dei contenuti e della sintetica precisazione sui vari aspetti particolari delle coperture vaccinali. Da medico igienista auspico che la politica esprima con forza queste posizioni chiare e lavori per la crescita dei cittadini
Premessa: nella comunità scientifica internazionale non esiste alcun dibattito sui vaccini ma solo (anche alla luce delle epidemie in corso di morbillo in europa, e negli USA) su come informare meglio le comunità e le persone al fine di raggiungere delle soglie di copertura decenti . Si potrebbe per una volta, siccome ci spacciamo per professionisti della salute (sono un medico anche io) dalle visioni scientifiche più illuminate, parlare di quale e quali sono i veri problemi: mi riferisco al morbillo, alla pertosse, alla meningite ecc. Avendo avuto il morbillo e quasi tutte le sue complicanze solo tre anni fa (ero vaccinato non agitatevi) quando ho semplicemente raccontato la mia storia agli antivax più convinti, che ci crediate o no poi hanno portato a vaccinare i propri figli. Parlate del quadro clinico dell’encefalite in un bambino di un anno, parlate dei ciechi, di cosa vuol dire su tremila pazienti che il 4,2%ha avuto la laringotracheobronchite (per la cronaca fa 129 persone), cosa vuol dire non respirare amici, parlate dei bambini affetti da leucemia che dopo investimenti clinici umani ed economici mostruosi la nostra società di illuminati fa morire di malattie prevenibili con vaccino. Sul decreto legge in questione vedo che l’autrice del pezzo è una senatrice. Che sia tecnicamente imperfetto, alla luce degli ultimi trent’anni di politiche sanitarie vagamente sbilenche, mi sembra scontato e mi fa amaramente ridere vedere come ci si agiti per questo.
Gli stessi che oggi fanno discorsi tra il moralista e lo scandalizzato per sfruttare le derive mediatiche della discussione si chiedano chi era responsabile delle coperture vaccinali negli anni ottanta e novanta in Italia…se l’età mediana dei casi di morbillo è 27 anni amici cari, vuol dire che non sono stati vaccinati 27 anni fa, che vuol dire 1990 e dintorni. Se la buttate sul piano della violazione di chissà quale diritto o di quale libertà, vi aggiorno sul fatto che in Italia da qualche anno esistono i codici penale, civile, il codice della strada e ogni sorta di regolamenti e leggi che limitano le nostre libertà, quindi forse dovreste riflettere sulla vostra incompatibilità con uno stato di diritto. Se non fossimo così stupidi non servirebbero gli obblighi per le cinture di sicurezza, i caschi in moto, i seggiolini per i bimbi in auto (le cinture con cui li fissiamo non sono forse mezzi di contenzione coercitivi?), non servirebbe avere delle pene per gli omicidi o le stragi eccetera. Se fossimo tutti creature illuminate e lungimiranti come pare nel momento i cui ci riempiamo la bocca di diritti violati, scandali, bigpharma, ommioddio la libertà, la libertà rubata, gli assassini!, non esisterebbero i reati, tutti saremmo felici e davvero non esisterebbe nessun orribile obbligo per nessuno. Invece siamo qui a rivendicare la nostra esistenza parlando di massimi sistemi, di cazzate passate per grandi verità, di discussioni tecniche da vendere alla ggente che (con risultati buoni o no chissà) sono già state fatte nelle sedi opportune e evidentemente non eravamo presenti o dormivamo. E intanto le persone muoiono o ci vanno vicino, facciamo crepare i bambini più fragili, e parliamo di tutto tranne di quelli che sono i problemi (che abbiamo come categoria evidentemente contribuito a creare). Come dice il prof.Ventura (http://www.burlo.trieste.it/content/vaccinazioni-giusta-violenza-della-memoria): volete parlare di vaccini? prendete un qualsiasi anziano e fategli raccontare cos’era la pertosse, che danni ha fatto il morbillo ecc quando lui era giovane, che fine ha fatto quella amica rimasta stupida o storpia (vedi polio). I problemi del pd e dei suoi senatori ad approvare leggi decenti non sono nuovi e non c’entrano con la realtà, certo non quella della medicina, il fatto di mettere o meno un vaccino dentro la lista obbligatoria, di nuovo non è il problema che deve riguardare le persone, non fate finta di si, per favore (le “persone” pagano lauti stipendi a chi se ne deve o avrebbe dovuto occuparsene infatti). Spostare l’attenzione di chi vi legge o ascolta su temi estremamente complessi e da cui non può venir fuori nulla di diverso da ideologizzazione e schieramenti armati, vi farà guadagnare una qualche forma di consenso o di autocompiacimento, vi farà essere comandanti di truppe piene di rabbia e buoni sentimenti insieme, ma dal punto di vista di un medico che di morbillo è quasi morto, tutto questo è davvero triste. (se volete informarvi su cos’è il morbillo “da dentro”: https://medium.com/@palamuto/meglio-dire-che-era-un-virus-della-famiglia-del-morbillo-a4cf0ddc9259 se pensate lo abbia scritto a mia volta per ritorno di immagine e autocelebrazione fate a meno di leggerlo. Dopotutto è solo la mia storia con una malattia da bambini, se siete interessati ai grandi temi dell’etica umana e della scienza da cortile davvero non perdete tempo).
Egr.dott.Parlamento sono una mamma quarantenne, regolarmente vaccinata, di due bambine, 2 e 7 anni, regolarmente vaccinate secondo il calendario finora vigente, anche per le vaccinazioni “raccomandate”. Raccomandate, devo dire il vero, da personale sanitario più simile alla “psicopolizia” di Orwell che realmente comprensivo ed esaustivo circa i nostri dubbi da genitori preoccupati. Preoccupati degli effetti sulle ns piccole bambine di più vaccini somministrati contemporaneamente, preoccupati per esempio sulla reale necessità di vaccinare un neonato contro l’epatite B, trasmissibile col sangue infetto e i rapporti sessuali a rischio(per quanto ne possiamo sapere), preoccupati che potrebbero presentarsi altre reazioni avverse, magari più gravi, di quella avuta a 5 anni dalla maggiore(sede di inoculo vistosamente gonfio, rosso, caldo, intenso prurito..in pronto soccorso ci dissero che potevano solo darle antistaminici e sperare che la reazione si arrestasse, l’allergologo ci prescrisse anche la terapia cortisonica per bocca..sei mesi dopo a seguito di una bronchite asmatica e relativi accertamenti scoprimmo essere un soggetto fortemente allergico).
Io ho letto il commento del sen.Dirindin e ho letto il Suo commento e la Sua agghiacciante esperienza col morbillo e mi sento di condividere entrambi i Vostri pensieri, perciò Le chiedo: in un panorama di confusione totale in cui tutti dicono tutto e il contrario di tutto, noi genitori che vogliamo “solo” proteggere i nostri figli, di chi ci dovremmo fidare???
Del pediatra di base favorevole ai vaccini che non ha saputo riconoscere una bambina allergica in 5 anni? Del sanitario dell’ufficio igiene che ci ha trattato come genitori irresponsabili solo per aver esposto delle perplessità, rispondendoci che il 90% dei macellai è portatore sano di epatiteB e potremmo esserlo anche noi e potremmo infettare le nostre bambine con le forbicine delle unghie? Dell’allergologo che ci sconsiglia di sottoporre la bambina ad altre vaccinazioni? Del ministro che quando parla di immunità di gregge sembra che parli dei ns bambini come di tanti agnellini pronti al macello e noi genitori pecore che dovremmo seguire il branco senza fare domande? Del professore universitario che ci mette in guardia sugli inquinanti presenti nei vaccini di oggi?
Perché Lei vaccinato regolarmente è stato ugualmente contagiato e ha rischiato di morire? Perché nel nuovo decreto legge, se di emergenza morbillo si parla, non viene imposta la vaccinazione anche agli adulti non immuni ma solo ai bambini fino a 16 anni e perché 12 vaccini e non solo quello per il morbillo?
Faccio queste domande a Lei che mi sembra più sensato di altri, e altre migliaia ne avrei da fare, nella speranza che chi si occupa e si occuperà della “questione vaccini” consideri prima di tutto che si sta parlando di bambini, dei NOSTRI bambini.
Grazie
La ringrazio molto sen. Dirindin per il suo articolo lucido e comprensibile anche dai non-specialisti. Merita ampia diffusione e discussione allargata, come evidenziato nei precedenti commenti.
Segnalo l’esperienza delle Giurie dei Cittadini, promossa dall’Istituto Mario Negri, con la quale si sono affrontati problemi altrettanto complessi (http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/1966).
Il Ministero della Salute – non più della Sanità – potrebbe validamente utilizzare e sostenere sul territorio strumenti che facilitano una corretta base di conoscenza tra la popolazione, elemento indispensabile per operare scelte e puntare a una “aderenza” rispettosa anche degli aspetti collettivi.
Claudio Castegnaro, Irs Milano