Emergenza migranti. Quella falsa e quella vera

Gavino Maciocco

La vera emergenza sta nel fatto che ai migranti “forzati” è impedito di esercitare il loro sacrosanto diritto a muoversi attraverso canali legali e sicuri, e a causa di ciò dover subire ogni genere di vessazione, fino alla morte, nel tentativo di fuggire da condizioni insostenibili. La vera emergenza è che milioni di persone debbano abbandonare le loro case, e spesso anche il loro paese, per un insieme ben note di cause: guerre, regimi dittatoriali, neo-colonialismo, sfruttamento delle risorse naturali, cambiamenti climatici.


La natura razzista e xenofoba della Lega (già Lega Nord) si è manifestata in innumerevoli occasioni nelle parole e negli atti (talora criminali) dei suoi rappresentanti, anche nel campo della salute, con l’alimentare, ad esempio, la psicosi dell’accoppiata “malattie-immigrazione” (vedi Malattie infettive e immigrazione: facciamo chiarezza).

La natura razzista e xenofoba della Lega Nord si manifestò in tutta la sua evidenza quando nel 2009, dalla posizione di governo in cui si trovava – primo ministro Berlusconi – propose e riuscì a far approvare al Senato una modifica della legge sull’immigrazione: nel mirino della Lega Nord il divieto per i medici di segnalare all’autorità un paziente straniero irregolare. Divieto che andava abrogato per facilitare l’identificazione degli stranieri irregolare e/o per impedire che questi si rivolgessero al Servizio sanitario nazionale (vedi  Il diritto alla salute non ha bisogno di documenti).

La mobilitazione contro questa proposta fu immediata. Si mosse la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici che si appellò al Parlamento per le “superiori esigenze di tutela sella salute e imprescindibili principi di solidarietà” definiti come “patrimonio storico della nostra nazione”. La Federazione dei Medici affermò una preventiva vicinanza ai colleghi che fossero incorsi in sanzioni per non avere rispettato una legge in aperta opposizione con il codice deontologico della professione medica basato sull’assenza di discriminazione nel trattamento. In ultimo la Federazione dei medici lanciò un appello affinché la Camera dei Deputati non approvasse l’emendamento e chiedeva “un’audizione urgente” nelle sedi istituzionali. (Vedi Noi non segnaliamo: la posizione ufficiale dei medici).

Il 17 marzo 2009 fu lanciata la campagna “Noi non segnaliamo”, i cui contenuti sono rappresentati nel volantino qui sotto

 

La campagna ebbe un grande impatto sull’opinione pubblica, tutti i media ne parlarono e alla fine l’emendamento leghista fu ritirato.

Ma la cosa non finì lì. Infatti la nuova legge sulla sicurezza, approvata pochi mesi dopo introdusse il reato di clandestinità e ciò comportava di nuovo per i medici, e gli altri operatori sanitari, l’obbligo di segnalazione alle autorità di un paziente irregolare, in quanto a fronte di un reato perseguibile d’ufficio come è quello introdotto, l’operatore (medico, infermiere, amministrativo,…) in qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, è tenuto alla denuncia (vedi Immigrati la nuova legge sulla sicurezza è dannosa, ingiusta e pericolosa).

Si venne a creare così una situazione paradossale di due norme in palese conflitto tra di loro: da una parte il Comma 5, art. 35 del Dgl 286 del 1998, divieto di segnalazione, e dall’altra gli articoli 361 e 362 codice penale, obbligo di segnalazione.  Sulla questione si sviluppò un acceso dibattito giuridico che si concluse con una soluzione di buon senso da parte dell’allora Ministro degli interni, il leghista Roberto Maroni, che emise una circolare in cui si affermava che la nuova legge sulla sicurezza non ha abrogato l’art. 35 e di conseguenza continua a trovare applicazione, per i medici e per il personale che opera presso le strutture sanitarie, il divieto di segnalare alle autorità lo straniero irregolare che richieda prestazioni sanitarie (vedi Noi non segnaliamo. La vittoria degli anticorpi (della ragione e della democrazia).

Si era nel 2009 e nella società italiana circolavano gli anticorpi sufficienti non solo per bloccare un’iniziativa razzista e xenofoba, ma convincere anche un ministro degli interni leghista ad adottare una soluzione di buon senso a favore dei diritti degli immigrati irregolari. Ma oggi?

Oggi abbiamo un governo a forte trazione leghista, che non esita a infierire su disperati migranti in fuga nel Mediterraneo e a prendersela con le ONG che prestano loro soccorso. Il tutto con l’apparente consenso – a leggere i sondaggi – della maggioranza degli italiani.

Cos’è successo nel frattempo, dal 2009 ad oggi? Dove sono finiti gli anticorpi contro il razzismo e la xenofobia? È avvenuto che il processo storico, inarrestabile delle migrazioni si è incrociato con la più grave crisi economica del dopoguerra che, a causa delle ricette neoliberiste imposte dalla élite eurocratica che chiama “riforme” la demolizione del welfare, ha gravemente impoverito una larga parte della popolazione che ha percepito i migranti come principale causa del loro impoverimento.

Al riguardo Luigi Manconi e Federica Resta nel bel libro “Non sono razzista, ma”, scrivono: “il peso della presenza straniera si è scaricato, quasi ovunque, sugli strati popolari più disagiati della società, quelli che maggiormente patiscono la crisi economico-sociale e che vedono ridursi, giorno dopo giorno, le proprie risorse materiali e immateriali. Nonostante che la concorrenza per il posto di lavoro tra italiani e nuovi arrivati sia stata finora limitata a settori circoscritti del sistema economico, è altrettanto vero che la competizione intorno a beni scarsi quali gli spazi, i trasporti e i servizi tende a intensificarsi. Soprattutto sulle prestazioni di welfare – che si pensano riservate ai cittadini italiani – si scarica una tensione xenofoba, dovuta soprattutto al bisogno di identificare un responsabile (meglio dire un capro espiatorio) della scarsità dei servizi a disposizione” (…) “Non solo i penultimi vedono gli ultimi come concorrenti e, quindi, nemici, ma ritengono che il fatto di soccorrere loro (gli ultimi) porti fatalmente a ridurre le risorse destinate ai soccorrere i penultimi” (vedi Le migrazioni e i muri dentro di noi).

Sul vasto malcontento sociale, impastato di xenofobia, ha messo naturalmente le mani la Lega (non più Nord, ma in versione nazionale, sovranista), e anche il Movimento 5 Stelle che – circa un anno fa, avvicinandosi le elezioni politiche – è stato in prima linea nella lotta contro le ONG che salvavano i naufraghi nel Mediterraneo. Molto meno naturale che su questa stessa linea alla fine si attestasse anche il PD, con il Decreto Minniti, dando così vita a un’inedita alleanza anti-umanitaria, super-maggioritaria in Parlamento.  “Avverto i miei lettori: tutti coloro che non si inseriscono nella canea anti immigrazione e contro le Ong saranno soli, affermava Roberto Saviano. In questo momento l’odio verso le Ong e verso gli immigrati non ha pari, magari le mafie avessero avuto contro tutto questo impegno e questa solerzia” (Repubblica, 5 agosto 2017). “Di questa estate italiana resterà una svolta nel senso comune dominante, dove per la prima volta il sentimento umanitario è finito in minoranza. E ciò peserà sul futuro (Ezio Mauro, Repubblica, 9 agosto 2017)”. “Che ‘Dagli al samaritano‘ potesse diventare l’incitamento più diffuso nei media e in politica nel pieno dell’Occidente cristiano è davvero uno shock imprevisto (Marco Revelli, Manifesto, 5 agosto 2017)”.

Gli accordi di Minniti con la Libia (Un patto inumano” secondo le Nazioni Unite), l’attacco alle ONG impegnate nel salvataggio dei migranti, la rinuncia a battersi per l’approvazione della legge sullo Ius soli, rappresentano l’abdicazione della ‘sinistra’ ai compiti e ai fini per cui sorse. E non è l’unica abdicazione,  come spiega Luciano Canfora in un recente articolo pubblicato sul Corriere della sera[i]. La sinistra ha abdicato ai suoi compiti e ai suoi valori, e con ciò creando il baratro col “popolo” di cui parla Carfora, quando ha fatto proprio il verbo neo-liberista nelle politiche del lavoro, della scuola, del welfare, rendendosi così responsabile della funesta competizione tra ultimi e penultimi.

Movimento 5 Stelle e Lega hanno vinto le elezioni del 4 marzo, intercettando il disagio socio-economico della maggioranza degli italiani, ma soprattutto sfruttando la rabbia e la frustrazione dei penultimi (come dimostra il successo della Lega nei quartieri operai, anche della Toscana e dell’Emilia Romagna): e infatti il principale oggetto della campagna elettorale è stata la presunta “emergenza migranti”.

Chiuse le urne, formato il governo “giallo-verde”, la questione migranti continua a essere il principale oggetto dell’agenda politica della maggioranza, con punte di cattiveria e razzismo mai viste in precedenza,  come nel caso dell’Acqarius, dove oltre 600 migranti – tra cui molti minori e donne in gravidanza – sono rimasti per giorni bloccati su una nave, dopo un naufragio, per un mero calcolo politico; dove il Ministro degli Interni, Matteo Salvini,  non ha risparmiato frasi irridenti nei confronti dei migranti quali “sono in crociera” e “la pacchia è finita”. Lo stesso Ministro che ha osato affermare che caccerà dal nostro Paese tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che “purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli” (Figura 1).

Figura 1. Per non dimenticare.

La “questione migranti” è e continuerà ad essere in cima all’agenda politica del Governo – pur non avendo obiettivamente alcun carattere di emergenza – per due motivi: a) Serve a regolare i conti tra le due forze di maggioranza (Lega e M5S), con la Lega che al momento sembra avere il ruolo di traino e quindi detta le sue priorità; b) Essere cattivi con i più deboli non costa nulla, in un momento in cui risulta molto difficile realizzare altre parti del programma elettorale, quelle che costano.

Neanche in Europa la “questione migranti” ha caratteristiche di emergenza, eppure in questi giorni non si parla d’altro. Anche qui la “questione migranti”  è usata in modo strumentale che regolare i conti tra paesi, tra gruppi di paesi o, addirittura, tra partiti di uno stesso governo (come sta succedendo in Germania).

Ma se da un parte (quella dei paesi ricchi) la questione dell’immigrazione non è certamente un’emergenza ed è usata strumentalmente, dall’altra parte, dalla parte dei paesi più poveri – in particolare dell’Africa, qui sì che è un’emergenza. La vera emergenza sta nel fatto che ai migranti “forzati” è impedito di esercitare il loro sacrosanto diritto a muoversi attraverso canali legali e sicuri, e a causa di ciò dover subire ogni genere di vessazione, fino alla morte, nel tentativo di fuggire da condizioni insostenibili. La vera emergenza è che milioni di persone debbano abbandonare le loro case, e spesso anche il loro paese, per un insieme ben note di cause: guerre, regimi dittatoriali, neo-colonialismo, sfruttamento delle risorse naturali, cambiamenti climatici. Il video che segue, provocatorio e per questo eccessivo, racconta una verità sostanziale.  Opera del blogger  Mohamed Konare Dit Shata, dura poco più di 5 minuti.

Guarda il  Video

Bibliografia

  1. Canfora L. Quel baratro aperto tra “sinistra” e “popolo”. Corriere della Sera, 17 giugno 2018, p. 32.

Un commento

  1. Complimenti a Gavino, soprattutto per il video finale, molto più eloquente di tanti altri articoli e libri sull’argomento dell’emergenza in Africa. A riprova che purtroppo non sono più presenti, o comunque solo scarsamente presenti, gli anticorpi per bloccare un’iniziativa razzista e/o xenofoba, che erano ancora vitali nella società italiana alcuni anni fa, basti pensare che un Ministro della nostra Repubblica, quale l’On. Matteo Salvini, forse non avrebbe così spudoratamente espresso le sue intenzioni razziste come quelle che ha chiaramente manifestato, senza che almeno dal Parlamento si sollevasse la richiesta delle sue dimissioni, non fosse altro che per il fatto che un tale Ministro degli Interni, che ha appena giurato sulla Costituzione, non può svolgere il suo ruolo, se pensa e si comporta contro gli stessi dettami della Costituzione (Art. 3 e Art. 6). Per questo credo sia importante far capire che questi anticorpi sono sempre presenti; per questo con altri amici abbiamo sentito l’esigenza di sottoscrivere l’appello che segue al Presidente della Repubblica Mattarella:
    “Caro Sig. Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella, non sono passate due settimane da quando abbiamo ascoltato le parole della Senatrice Liliana Segre che il 6 giugno 2018 ha fatto al Senato1 una dichiarazione per respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano, per non anestetizzare le nostre coscienze, per essere più vigili e più avvertiti della responsabilità che ognuno di noi ha verso gli altri. Liliana Segre ha ricordato anche le minoranze rom e sinti, quando nei campi di sterminio in una notte furono portate tutte “al gas”. Ha sottolineato infine, con gli applausi di tutto l’emiciclo, che si opporrà con tutte le sue energie contro leggi speciali, che dovessero rinascere, contro i popoli nomadi.
    A distanza di due settimane l’On. Matteo Salvini, Ministro degli Interni della nostra Repubblica, propone la sua intenzione, subito però riconosciuta dai più come incostituzionale per violazione dell’Art. 3 e 6 della Costituzione, di rifare un censimento o un’anagrafe delle comunità Rom per facilitare la loro espulsione, anche se, come ha aggiunto l’On. Salvini “I Rom italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere”2.
    Quello che colpisce maggiormente è che nel giro di 24 ore tutto sia rientrato e che non si rifletta abbastanza sulla gravità di quello che è stato detto. Quello che spaventa è che, nell’indifferenza dei più, come se non fosse successo niente, possa rimanere al proprio posto l’On. Salvini nella sua Carica Istituzionale, non ostante abbia appena giurato sulla carta costituzionale e quantunque abbia chiaramente manifestato l’incompatibilità delle sue decisioni e del suo pensiero coi dettami della nostra Costituzione.
    Per questo mi appello a Lei, Sig. Presidente della Repubblica, quale garante più alto e sincero della nostra Costituzione, perché compia ogni passo necessario per contrastare qualunque rigurgito di razzismo.

    1 https://www.youtube.com/watch?v=ie0EDtwaqeM
    2 https://video.repubblica.it/politica/rom-salvini-faremo-un-censimento-quelli-italiani-purtroppo-ce-li-dobbiamo-tenere/308250/308881

    Andrea Lopes Pegna
    3471721736
    a.lopespegna@gmail.com
    Firmano con me l’appello
    Flavio Godi, Lisa Lopes Pegna, Giovanna Cordopatri, Mariella Criscuoli, Marco Criscuoli, Alberto Lopes Pegna, Maria Antonietta Manglaviti, Daniela Salinelli, Lucia Manganelli, Anna Maria Schirani, Franco Ventura, Miriam Coen, Ugo Caffaz, Anna Lopes Pegna, Francesco Bondioli, Chiara Zappitello, Pietro Zappitello, Miriam Lopes Pegna, Milka Ventura, Mariella Orsi, Alfredo Zuppiroli, Gianluca Favero, Gavino Maciocco, Francesca Cammeo, Santini Rossella”
    Andrea Lopes Pegna

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