Mediterranea
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- 28 Marzo 2019
Gavino Maciocco
Mediterranea nasce da tante persone diverse che non sono più riuscite a restare a guardare altre persone come loro morire, a migliaia, nell’indifferenza. Mediterranea nasce dal bisogno di giustizia e di fare qualcosa di buono. Nasce dal coraggio di pensare che chiunque può farlo. Attraverso il crowdfunding tutti possono donare ciò che è nelle proprie possibilità.
Qualcuno ha subito parlato di naufragio (e quindi di salvataggio) a orologeria. No, non era possibile che alla vigilia della seduta del Senato che doveva giudicare l’operato del Ministro Salvini, si replicasse nel Mediterraneo lo stesso copione di quanto avvenuto alla fine di agosto dello scorso anno davanti al porto di Catania: a una nave italiana, la guardiacoste Diciotti, che aveva raccolto 177 naufraghi era impedito di sbarcarli, per ordine del Ministro dell’Interno. Sequestro di persona aggravato aveva ipotizzato il Tribunale dei Ministri di Catania. No, fatto nell’interesse nazionale, aveva obiettato il Ministro. E il Senato doveva decidere se dare ragione al Ministro, evitando il processo, o lasciare che questo si svolgesse regolarmente, come richiesto dai magistrati di Catania.
E invece – per un irridente sgambetto della sorte – il 19 marzo (il 20 era in agenda la seduta del Senato) si presenta davanti al porto di Lampedusa la nave italiana “Mar Jonio” col suo carico di 49 naufraghi, con la richiesta di sbarco. La risposta automatica del Ministro è NO: “i porti sono chiusi”. Poi il suo avvocato gli ha fatto osservare che con quel secondo NO rischiava la recidiva e allora i migranti il giorno stesso sono – come dovuto – regolarmente sbarcati. A conferma che, a parità di condizioni – nave italiana che trasporta naufraghi verso un porto italiano[1] – il primo NO, quello di Catania, era un abuso bello e buono, e il ritardo di diversi giorni nello sbarco un evidente sequestro di persona. Ma l’accordo politico era quello di salvare il Ministro dal processo e così – contro ogni logica (messa in luce dalla sorte) – il Ministro si è salvato. E contro ogni logica – a differenza di quanto avvenuto con la nave Diciotti – la Mar Jonio è stata sequestrata e il suo comandante inquisito per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (i procedimenti giudiziari per questo reato sono tutti finiti nel nulla perché un naufrago non può essere definito clandestino, se non dopo sbarcato e al termine di una valutazione delle autorità competenti).
La nave Mar Jonio è stata dissequestrata
E infatti ieri – 27 marzo – la nave Mar Jonio è stata dissequestrata. Il Decreto di dissequestro è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Agrigento. “Un atto di giustizia – si legge nel sito di Mediterranea – che sgombra il campo, senza ombra di dubbio, dalle letture della vicenda diffuse nell’ultima settimana da certa propaganda politica. (…) La necessità di tornare in mare a svolgere la nostra missione di tutela dei diritti umani nel Mediterraneo, appare più urgente che mai”.
Dobbiamo dire che l’intervento di salvataggio di naufraghi nel Mediterraneo a opera di una nave battente bandiera italiana – frutto dell’iniziativa di Mediterranea Saving Humans – ci ha riempito di orgoglio nazionale (dopo aver visto in azione navi di salvataggio con bandiere straniere, che tanto irritavano i sovranisti al governo).
Come nasce Mediterranea?
Leggiamo dal sito di Mediterranea come e perché è nata l’iniziativa e – cosa più importante – cosa si deve fare per sostenerla:
“Mediterranea nasce da tante persone diverse che non sono più riuscite a restare a guardare altre persone come loro morire, a migliaia, nell’indifferenza. Nasce dal bisogno di giustizia e di fare qualcosa di buono. Nasce dal coraggio di pensare che chiunque può farlo. Nasce da un desiderio. Ed è forse normale che questo desiderio sia stato condiviso per primi da operatori e operatrici del sociale, persone impegnate nell’attivismo per i diritti, ricercatori e ricercatrici che hanno dedicato la loro vita allo studio delle società contro ogni demagogia e strumentalizzazione. Tutte queste persone, insieme, hanno deciso di creare una rete, di dare concretezza a un’idea enorme e piccolissima: possiamo e dobbiamo continuare a desiderare e agire per dire che il rispetto della vita umana viene sopra ogni cosa. Così hanno cominciato, semplicemente, a farlo: con telefonate, incontri, riunioni sempre più frequenti. Tutte le realtà del nucleo promotore hanno dato il loro contributo per far nascere questa operazione e molte singole personalità culturali e politiche, interpellate, si sono messe generosamente a disposizione, si sono mobilitate e hanno reso possibile raggiungere questo primo traguardo. Ora tocca a tutti e tutte fare in modo che Mediterranea cresca: con le donazioni ma anche e soprattutto con la partecipazione al progetto che è e resterà sempre aperto a tutti e tutte. Dopo l’allontanamento delle navi delle Ong dal Mediterraneo, una persona ogni sei che si mettono in mare fuggendo dalla Libia muore nel silenzio. Nessuno può più testimoniare, ed eventualmente portare aiuto a chi si trova in pericolo di vita. è intollerabile sapere che tante tragedie si consumano nell’invisibilità e senza che vi sia alcun soccorso. Mediterranea adesso è lì per monitorare, chiamare i soccorsi, aiutare se necessario. Per farlo, per essere nel Mediterraneo centrale, non c’era altra alternativa che acquistare una nave e salpare. La nostra è una missione di monitoraggio. Saremo in mare per testimoniare e denunciare ciò che accade, nel rispetto delle leggi internazionali e del mare, comprese quelle che impongono, ove necessario, il salvataggio della vita umana. Mediterranea è una piattaforma di realtà della società civile che collaborano per testimoniare e denunciare cosa sta accadendo nel Mediterraneo centrale dopo che le Ong, criminalizzate da una retorica politica costruita intorno ad inchieste che non hanno portato a nessuna condanna, sono state costrette ad abbandonarlo. Non è una Organizzazione Non Governativa, ma un’Azione Non Governativa progettata e realizzata da organizzazioni di natura differente e singole persone. Per questo Mediterranea è aperta a tutte le voci – laiche, religiose, culturali e sociali – e a tutti i contributi di chi vorrà sostenerla e farne parte. Il lavoro del nucleo promotore è solo un primo passo: tanti incontri con nuove realtà sono in corso e si faranno sempre più fitti nelle prossime settimane. Mediterranea è una nave di tutti e tutte.
Mediterranea crede nell’importanza di agire e di farlo insieme. Per questo stiamo scommettendo sulla partecipazione dal basso e contiamo di reperire le risorse necessarie a questa prima missione grazie all’aiuto di tante persone, associazioni e gruppi che trovano inaccettabile che ogni mese muoiano centinaia di persone vicino alle coste italiane. Attraverso il crowdfunding – con le modalità indicate sul sito internet mediterranearescue.org, tutti possono donare ciò che è nelle proprie possibilità. Inoltre tutti i promotori e i sostenitori si impegneranno per realizzare sul territorio iniziative di solidarietà, supporto e fundraising aperte a tutti i cittadini. L’avvio del progetto è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione con Banca Etica che ha concesso un prestito per far fronte a tutte le necessità operative, supervisiona le attività di raccolta fondi e offre consulenza e tutoraggio economico”.
Bibliografia
- L’ipotesi di sequestro di persona – secondo la Procura di Roma – sta emergendo anche nel caso di una nave tedesca, la Sea Watch, che lo scorso gennaio soccorse 47 naufraghi e che dovette aspettare 12 giorni prima di sbarcarli nel porto di Catania.