Covid-19 nella Repubblica Ceca. Boom di casi e morti

Alberto Baldasseroni

Crescita esplosiva di contagi e di morti (il top in Europa) dopo un periodo di totale abbandono delle più elementari norme di sicurezza e di un clima di sottovalutazione provocato dalle autorità governative.

Dopo che nella prima ondata primaverile dell’epidemia erano stati sostanzialmente risparmiati dal contagio, adesso i paesi del Centro-Est Europa (CEE) sono coinvolti in pieno nell’attuale ripresa dell’epidemia. Vengono così contraddette le fantasiose ipotesi circa presunti “Scudi genetici” o protezioni dovute ad antiche vaccinazioni con BCG, formulate nei primi momenti del contagio (vedi post).

Concentriamo la nostra attenzione su di un paese, la Repubblica Ceca (RC), che passa spesso inosservato nelle cronache provenienti dall’area dei cosiddetti “Quattro di Višegrad”, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Secondo autorevoli fonti internazionali[1], quest’anno il PIL pro-capite standardizzato per il potere di acquisto della RC supererà quello di Italia e Spagna, a conferma di una performance economica eccellente, la migliore tra i paesi dell’ex-area comunista. Nei prossimi anni fino almeno al 2025 le previsioni sono per un ulteriore incremento del vantaggio economico di quel paese su Italia e Spagna.

La gestione dell’epidemia da COVID-19 in Repubblica Ceca

La reazione iniziale, nei mesi di marzo e aprile, delle autorità politiche di quel paese al diffondersi dell’epidemia in Europa fu di rigida chiusura verso l’esterno, efficiente tracciamento dei numerosi sciatori di ritorno dai campi innevati delle Alpi italiane, stigmatizzazione dell’Italia, descritta come vera e propria “untrice” d’Europa. Il primo ministro, il multimiliardario Babiš, descritto come il Berlusconi ceco, a capo di un governo sostenuto dall’appoggio esterno del Partito Comunista Ceco, vantava e decantava le virtù della Sanità del paese, contrapponendo tale descrizione al quadro dell’Italia, vista come esempio negativo di impreparazione e approssimazione. I luoghi comuni sul nostro paese si sprecavano nelle parole dei componenti del governo e, quel che è peggio, si trasformavano anche in comportamenti ai limiti dell’ostilità, come nel caso del sequestro di un carico di mascherine destinate al nostro paese, in fase di transito dalla Cina e momentaneamente raccolte in un magazzino di Lovosice, nei pressi di Praga[2]. In effetti nei mesi successivi e fino al periodo estivo pochi furono i casi di SARS-Covid-19 e ancor meno i decessi classificati come dovuti all’epidemia. Il sistema sanitario di quel paese, basato sostanzialmente su una rete di ospedali pubblici e privati, convenzionati con le principali Assicurazioni Sociali, fu risparmiato dall’ondata di pazienti che travolse invece i sistemi sanitari dei paesi occidentali e mediterranei. Nella generale soddisfazione per il presunto, scampato pericolo, sorsero anche fantasiose ipotesi su immaginarie protezioni “razziali”, dovute, secondo coloro che ne discutevano, al fatto che un terzo circa del patrimonio genetico dei cechi proverrebbe da popoli tedeschi, sorprendentemente (anche se parzialmente) risparmiati anch’essi dalle peggiori conseguenze della prima ondata epidemica.

Il generale clima di sottovalutazione, sufficienza e autosoddisfazione, stimolato dalle autorità governative, ha portato durante l’estate a un totale abbandono delle più elementari norme di sicurezza previste per questo insidioso virus, distanziamento, protezione con mascherine, igiene delle mani. A suggello di tale diseducativo atteggiamento rimane una fotografia, quella della “tavolata” organizzata su Ponte Carlo (chi non conosce quello straordinario luogo nel cuore di Praga ?) per festeggiare lo scampato pericolo il 30 giugno con la partecipazione di migliaia di praghesi, tutti rigorosamente privi di protezioni e strettamente avvicinati[3].

Le conseguenze di questi comportamenti si sono rese palesi a partire dall’inizio di settembre, con un iniziale, lieve incremento dei casi accertati di contagio, per poi esplodere in maniera incontrollata durante le ultime settimane. La dinamica è quella tipica di un incremento esponenziale, come ben descritto da Petr Holy in un lungo articolo, molto dettagliato, su Respeckt[4] del 22/10/2020. Holy descrive l’ignoranza dimostrata dai membri del governo e da “improvvisati” esperti che si impegnano a rassicurare la popolazione sulle capacità del sistema ospedaliero di garantire assistenza adeguata a tutti i nuovi casi che affluiscono, ma nessuno dichiara che la situazione è ormai fuori controllo con un carico di nuovi casi quotidiano che si colloca intorno ai 10-12 mila, rendendo impossibile il tracciamento e quindi l’isolamento, con più di 5000 ricoverati per COVID-19 al 25/10/2020 dei quali circa 800 bisognevoli di terapia intensiva. Per avere un’idea approssimativa della gravità della situazione basta moltiplicare per 6 questi numeri e confrontarli con quelli attuali nel nostro paese che ha, appunto, circa sei volte la popolazione della RC.

La Figura sottostante mostra come la RC registri un livello di mortalità x 100.000 abitanti più del doppio del Belgio (con cui condivide il top della classifica per numero di contagi) e di 5-10 volte superiore rispetto agli altri paesi europei (dati del 27 ottobre, fonte Ecdc).

Il fallimento della politica

In tutto questo il governo ceco procede in maniera confusa, contraddittoria, oscillando tra atteggiamenti tranquillizzanti (“abbiamo il sistema ospedaliero migliore d’Europa”, “Non finiremo come nello Scenario italiano”), e minacciosi annunci di serrate che però bandiscono la parola magica di Lock-down dal vocabolario politico. A peggiorare la situazione si è aggiunta poi nelle ultime due settimane la vicenda del Ministero della Salute, dove nel giro di pochi giorni si è assistito al licenziamento di due ministri, il primo Adam Vojitěch, medico, allontanato perché in contrasto con Babiš, voleva introdurre misure più stringenti già ai primi accenni di espansione dell’epidemia in settembre, il secondo, subentrato in tutta fretta, Roman Prymula, medico epidemiologo di qualche fama, alto ufficiale dell’esercito, rettore della facoltà universitaria militare di medicina di Hradec Kralove, scivolato su una strana vicenda apparentemente di secondaria importanza (la partecipazione a un incontro con i direttori dei network sanitari in una sede impropria come un ristorante ufficialmente chiuso per i provvedimenti restrittivi adottati, ma gentilmente offerto all’uso del ministro che, per peggiorare la situazione, si faceva cogliere senza la mascherina all’uscita dal ristorante nel cuore della notte). Brilla in tutto questo l’assenza del Presidente della Repubblica, Miloš Zeman, sodale con il primo ministro Babiš, ma incapace di comunicare con la popolazione dal suo isolamento nel castello di Lany, in una „bolla“ di sicurezza sanitaria per un uomo anziano, malato, ad alto rischio nei contatti sociali.

Le prospettive

L’appello alla solidarietà europea e atlantica (la RC è membro della NATO, oltreché della UE) ha sortito effetti positivi per il paese, con la fornitura di materiali sanitari di prima necessità, respiratori meccanici, mascherine di vario tipo per proteggere soprattutto il personale sanitario che sperimenta altissimi tassi d’infezione e presto sarà insufficiente ai bisogni assistenziali, letti attrezzati, personale specializzato in arrivo dalla Germania e dagli Stati Uniti. Ma in assenza di un “lock-down” duro, come quello vissuto nel nostro paese tra marzo e maggio scorso, difficilmente la RC potrà uscire dalla fase emergenziale attuale. Vengono ipotizzati tre scenari, secondo la durata del lock-down rigido é[5]:

Nel primo (colore viola chiaro, linea viola) se la chiusura delle scuole, vista come rappresentativa del lock-down rigido, si concluderà ai primi di novembre come finora deciso dal governo; nel secondo (colore rosso, linea rossa) con conclusione alla fine di novembre; il terzo (colore viola intenso, linea nera) con prolungamento del lock-down fino alla fine dell’anno. È evidente che solo in quest’ultimo scenario è possibile ipotizzare lo spegnimento dell’incendio epidemico in atto. In ambedue gli altri scenari gli effetti di mitigazione saranno provvisori, dando luogo nel breve-medio periodo a una ripresa dell’epidemia. Una prospettiva buia per un paese impaurito e disorientato.

Alberto Baldasseroni, Medico di sanità pubblica, Firenze.

Bibliografia

  1. International Monetary Fund-Data base
  2. Il sequestro avvenne su indicazioni del Ministro dell’Interno Hamaček, vice-primo ministro appartenente al Partito Social-Democratico Ceco CSSD. Il caso fece rumore con articoli di dura critica usciti su molti giornali esteri. (visitato il 26/10/2020)
  3. A Praga c’è stata una grossa festa per celebrare “la fine della crisi” . Il post, 01.07.2020 (visitato il 26/10/2020)
  4. Respekt è un settimanale di critica politica-sociale molto seguito.
  5. Seznamzpravy.cz/(visitato il 26/10/2020)

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