Vaccini. Ancora sulla licenza obbligatoria
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- 29 Gennaio 2021
Gavino Maciocco
Il diritto alla salute della popolazione mondiale è calpestato da un mostruoso groviglio di interessi finanziari e geo-politici. Sulla licenza obbligatoria il prof. Walter Ricciardi chiarisce e rilancia.
La pandemia COVID-19 è in piena espansione con livelli di mortalità giornalieri a livello mondiale che toccano i 17-18 mila decessi (Figura 1). Le aree più colpite sono le Americhe e l’Europa. Ieri, 28 gennaio, si contavano 3.463 decessi in USA (Figura 1a), 1.623 in Messico; 1.439 in Brasile, 1.239 nel Regno Unito (Figura 1b). In Europa continentale la Germania registrava 862 decessi, Spagna 515, Francia 344. In Italia l’andamento della mortalità è in una fase di stallo: dopo il picco di 993 decessi del 3 dicembre è iniziata una discesa che però si è bloccata alla fine di dicembre e da allora si procede con una media di 500 decessi al giorno (ieri 492 – Figura 1c).
Di fronte all’aggravarsi della crisi non solo sanitaria, ma anche e sempre più economica e sociale, si è scatenata la corsa al vaccino, considerato l’ultima, definitiva risorsa per sconfiggere la pandemia. Una corsa dove il diritto alla salute della popolazione mondiale rischia di essere calpestato da un mostruoso groviglio di interessi finanziari e geo-politici. Già se ne vedono gli effetti in Italia: tra blocchi di produzione e patti non rispettati la campagna di vaccinazione al momento registra un ritardo di due mesi. Ma il ritardo potrebbe essere anche maggiore, in una situazione in cui – con l’emergere di varianti del virus – sarebbe invece necessario accelerare i livelli di copertura per raggiungere al più presto l’immunità di gregge. Nelle Figure precedenti abbiamo visto quanto siano preoccupanti i livelli di mortalità, che coinvolgono le fasce di età più avanzate: quanto dovremo aspettare per proteggerle? Quanto costerà tutto ciò in termini di mortalità?
Ci sono alternative alla corsa caotica al vaccino, dove vincono coloro che hanno più soldi e più potere? Un’alternativa è quella di raffreddare il mercato dei vaccini, introducendo la sospensione del brevetto, una deroga chiamata “licenza obbligatoria”, prevista dagli accordi internazionali (TRIPs – Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights) in caso di emergenze di sanità pubblica (qual è indubbiamente la pandemia in corso). Tale deroga – già richiesta dai governi di India e Sudafrica – consentirebbe di produrre, come generico, in moltissimi stabilimenti sparsi per il mondo la quantità necessaria di vaccino, fino al raggiungimento dell’immunità di gregge (vedi Vaccini veramente per tutti).
“È ingenuo pensare che – come in una emergenza del genere si dovrebbe fare – quel brevetto venga dato ovunque sia possibile, pagando e riconoscendo naturalmente, per far produrre il maggior numero possibile di vaccini, dappertutto?”. “Sarebbe auspicabile – interviene allora il prof. Ricciardi – però i vaccini sono prodotti da aziende private che hanno un brevetto e con la legislazione internazionale vigente questo brevetto non è violabile”.
La domanda posta da Fabio Fazio (nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”) e la risposta del prof. Walter Ricciardi sono contenute nel post che abbiamo pubblicato lo scorso 27 gennaio Vaccini il silenzio sulla licenza obbligatoria. E in quel articolo avevamo manifestato stupore per la risposta del prof. Ricciardi, dato che proprio la legislazione internazionale vigente (TRIPs) prevede la possibilità di sospendere un brevetto in caso di emergenze di sanità pubblica.
Per chiarire (correggere?) la sua posizione il prof. Ricciardi ci ha inviato una mail contenente la Dichiarazione della The World Health Federation of Public Health Associations (WFPHA – di cui il Ricciardi è presidente), che ha come titolo “La società civile globale rivendica un accesso equo ai vaccini contro il Covid-19”. (In risorse il documento originale e la relativa traduzione italiana).
È un documento molto importante, espressione di una vasta, internazionale comunità di operatori di sanità pubblica. Al centro della battaglia per l’equo accesso ai vaccini contro Covid-19 c’è la proposta di “deroga ai diritti di proprietà intellettuale applicabili a vaccini, test e trattamenti relativi a COVID-19 fino a quando tutti i paesi non saranno protetti” e la raccomandazione che “I paesi ad alto reddito dovrebbero astenersi dall’ostacolare l’accesso ai vaccini nel resto del mondo, cosa che stanno facendo accaparrandosi più dosi di vaccino del necessario e bloccando i tentativi per derogare ai diritti di proprietà intellettuale relativi a COVID-19”. Ringraziamo il prof. Ricciardi per aver sottoscritto e promosso un documento così coraggioso. Speriamo che serva a rompere il silenzio sulla “licenza obbligatoria” e che consenta quindi un ampio dibattito su come uscire con meno danni possibili da questa assurda, mortale corsa al vaccino. Post scriptum. Raccomandiamo la lettura del documento al Vice-Ministro della salute, Pierpaolo Sileri, che ieri sera in un’altra trasmissione televisiva (“Piazza pulita”) si è così espresso a proposito della “licenza obbligatoria”: “Qualcuno ha detto ‘liberiamo i brevetti’. Ecco secondo me liberare i brevetti non è la formula migliore, anzi è una stupidaggine”.
Risorse
- The World Health Federation of Public Health Associations (WFPHA). Statement | The global civil society claims for equitable access to vaccines against Covid-19 [PDF: 111 Kb]
- The World Health Federation of Public Health Associations (WFPHA). Traduzione in italiano della Dichiarazione [PDF: 468 Kb]
Giustissimo. Anche io lo sto sostenendo. Il problema nei paesi avanzati non è nemmeno di prezzo, ma di quantità. La capacità produttiva va aumentata spingendo i titolari dei brevetti a fare più licenze possibile. Li ha sostenuto anche il premio Nobel dell’economia Michael Kramer, vedi qui:
https://lnkd.in/d5qS548