Giornata mondiale contro l’AIDS

Alice Chinelli, Virginia Casigliani e Lara Tavoschi

 Il contesto scolastico rappresenta un luogo ideale per promuovere l’apprendimento e la costruzione di atteggiamenti positivi e responsabili nei confronti della sessualità e della salute sessuale nelle persone giovani.

 “Equalize”: uno slogan che è una chiamata all’azione per la Giornata mondiale contro l’AIDS 2022. La pandemia da COVID-19 ha contribuito ad aumentare e perpetuare le disuguaglianze, anche nell’accesso alla contraccezione, nei servizi di testing per l’HIV e le altre infezioni sessualmente trasmesse (IST), e in quelli dedicati alla diagnosi, trattamento e follow-up. In questi anni di crisi pandemica, l’attenzione verso patologie diverse da COVID-19, inclusa l’HIV, è calata drasticamente: in Italia, la visibilità pubblica e sociale rivolta all’HIV e ai (nuovi) modi per prevenire la trasmissione era già in calo da anni, contribuendo a ridurre la percezione del rischio nella popolazione generale.

Nel 2021, nel nostro Paese, le nuove infezioni da HIV sono state 1770, per la maggior parte con modalità di trasmissione eterosessuale (44%), seguita da quella di maschi che fanno sesso con maschi (39,5%)(1). L’incidenza è in calo già dal 2020, ma questi dati potrebbero essere sottostimati proprio a causa di una possibile mancata diagnosi durante il periodo pandemico. La fascia d’età in cui si è verificato il numero più alto di casi è quella 30-39 anni, circa 4 volte in più nel sesso maschile rispetto al femminile, mentre si conferma la diminuzione del numero di casi fra persone straniere. Dal 2015 è invece in costante aumento il numero di persone in cui l’HIV viene diagnosticata tardivamente (con bassa conta di CD4 o in AIDS): nel 2021 ben un terzo delle persone con nuova infezione ha scoperto di avere l’HIV a causa dei sintomi correlati. A questi dati possono contribuire, oltre alla scarsa attenzione mediatica, lo stigma e il timore di essere discriminati a seguito della diagnosi, e la scarsa conoscenza dell’HIV e più in generale delle infezioni sessualmente trasmesse (IST). Secondo diversi studi, i giovani in Italia hanno una scarsa conoscenza dei diversi ambiti della salute sessuale, un uso scarso e inconsistente di preservativi e contraccezione, una bassa conoscenza e accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva (es. consultori familiari) (2), ed elevati livelli di violenza di genere e di omolesbobitransnegatività (3). Non c’è inoltre solo l’HIV: nel 2020, le IST più frequentemente segnalate nei giovani di età 15-24 anni sono state: i condilomi ano-genitali (41,1%), l’uretrite gonococcica (11,5%), la cervicovaginite da clamidia (11,2%) e l’uretrite da clamidia (9,5%).

Per diminuire il carico delle IST e finalmente ridurre il numero di nuove diagnosi di HIV, in particolare quelle tardive, non si può prescindere da offrire a tutte e tutti gli strumenti per condurre una vita sessuale responsabile e consapevole: questo passa sia dall’offerta gratuita della contraccezione e dei servizi di salute sessuale, sia, soprattutto, dall’educazione alla sessualità. Ad oggi, le regioni italiane che prevedono la distribuzione gratuita di contraccettivi sono solo sei (Puglia, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana, Lombardia e Marche), con un servizio non equamente distribuito e dedicato ad alcune fasce della popolazione (per le persone sotto i 26 anni o considerate vulnerabili). L’Italia inoltre è uno dei 6 Paesi dell’Unione Europea che ancora non prevede l’educazione sessuale nelle scuole, educazione che però non si può più basare solo sulla prevenzione delle IST e sull’uso del preservativo, ma ha bisogno di allargare lo sguardo e fornire ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per vivere in modo positivo la propria sessualità.

 Il ruolo centrale della scuola

Il contesto scolastico rappresenta un luogo ideale per promuovere l’apprendimento e la costruzione di atteggiamenti positivi e responsabili nei confronti della sessualità e della salute sessuale nelle persone giovani. Le evidenze scientifiche a supporto del ruolo apicale della scuola nel promuovere questi obiettivi continuano a crescere e a rafforzarsi, dimostrando ormai in maniera inconfutabile che l’inserimento nei curriculum scolastici dell’educazione alla sessualità, ed in particolare l’educazione estensiva alla sessualità, migliora gli esiti di salute sessuale, posticipando il debutto sessuale, riducendo i tassi di gravidanza e aborto tra le adolescenti, l’incidenza delle IST e HIV e favorendo un maggior utilizzo di preservativi e contraccettivi (4). Infine, discostandosi da un approccio alla salute di tipo esclusivamente biomedico, l’educazione estensiva alla sessualità contribuisce a rendere le persone giovani e in particolare le persone in condizione di vulnerabilità (per es. disabili, e/o appartenenti alla comunità LGBTQIA+), in grado di riconoscere le situazioni di potenziale abuso, rendendole consapevoli e in grado di difendere attivamente i propri diritti (5).

L’educazione alla sessualità nella scuola italiana

A partire dagli anni ’70, grazie al diffondersi a livello globale di un approccio alla salute di tipo bio-psico-sociale, e al riconoscimento dell’interazione tra questi aspetti nell’acquisire e trasmettere le IST e nel prevenire gravidanze indesiderate, cominciano a essere inseriti nei curriculum scolastici di alcuni paesi nordeuropei programmi dedicati alla prevenzione e alla promozione della salute sessuale. Anche in Italia, l’introduzione di importanti avanzamenti dal punto di vista della tecnologia medica e dei diritti sessuali e riproduttivi raggiunti in quegli stessi anni (es. l’invenzione della pillola contraccettiva) stimola la discussione pubblica sulla necessità di educare le persone giovani. Tra il 1975 e il 2019 si succedono circa 15 diverse proposte di legge che mirano ad introdurre l’educazione alla sessualità nei programmi scolastici, ma nessuna di loro è mai stata approvata.  Nel 2022, l’Italia rientra tra le ultime nazioni europee che ancora non presenta linee guida, decreti legge o standard normativi che regolamentino l’educazione alla sessualità scolastica. Questo vuoto legislativo è spesso colmato da interventi svolti da associazioni del terzo settore, liberi professionisti, servizi territoriali e/o docenti particolarmente interessati al tema. A causa della mancanza di uno spazio dedicato nel curriculum scolastico, questi interventi sono però molto brevi (concentrati in un solo incontro per classe), focalizzati su specifici argomenti di stampo informativo (es. prevenzione delle IST) tralasciando gli aspetti più educativi e coinvolgendo un numero molto ridotto di studenti e studentesse (6).

Il progetto EduForIST

Nel 2019, in concomitanza con il rinnovo del protocollo d’Intesa tra Ministero della Salute e Ministero dell’Istruzione in materia di “Tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione”, il Ministero della Salute ha locato dei fondi per lo sviluppo di strumenti teorici e pratici per l’implementazione di attività educative in ambito di sessualità, affettività e prevenzione delle IST nel contesto scolastico: il progetto EduForIST. Coordinato dall’Università di Pisa, in collaborazione con ISS, Università di Foggia, Università di Verona, La Sapienza e molte delle associazioni appartenenti alla sezione M del Comitato Tecnico-Sanitario del Ministero della salute (7), il progetto coinvolge 4 regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia), alle quali si assoceranno il Friuli-Venezia-Giulia e la Campania in una nuova progettualità appena rinnovata. L’obiettivo finale del progetto è quello di sviluppare, in accordo con tutti i partner coinvolti e un gruppo esterno di esperti/e, un documento che definisca le linee guida per lo sviluppo e implementazione di interventi di educazione estensiva alla sessualità nelle scuole italiane. In seguito alla raccolta dati sulle attività educative svolte nelle scuole secondarie tra il 2016 e il 2020 e ad un’analisi della letteratura e delle buone pratiche fornite dalle esperienze delle associazioni attive sul campo, è stato creato il progetto pilota EduForIST, che ha coinvolto 11 scuole secondarie di I grado, ubicate nelle 4 regioni target, per un totale di 35 classi e 566 studenti e studentesse. Il progetto, ricevuto molto positivamente da studenti, docenti e famiglie, verrà quest’anno riproposto nelle scuole secondarie di II grado.

Raccomandazioni per il futuro

La sessualità è una delle dimensioni fondamentali dell’essere umano, che deve essere curata e coltivata nella sua specificità, anche all’interno del contesto scolastico. Il silenzio e lo stigma che in Italia hanno caratterizzato la (mancata) trattazione di questi argomenti, sia all’interno del contesto scolastico che del dibattito pubblico e politico, non hanno fino ad oggi permesso lo sviluppo di strategie efficaci per prevenire i rischi, come la trasmissione di HIV e IST, ma soprattutto per promuovere una visione positiva e inclusiva della sessualità, basata sui diritti sessuali e l’equità di genere.

Per fare questo, è necessario coinvolgere più attori possibili che condividano le loro competenze e agiscano in diversi contesti: istituzionale (con interventi educativi dedicati alle persone giovani e all’interno del contesto scolastico), sanitario-territoriale (con l’ampliamento e il coordinamento di hub dedicati alla salute sessuale), pubblico (coinvolgendo famiglie, docenti, professionisti per aprire il dibattito e favorire il confronto su queste tematiche).

“Equalize” può quindi nel nostro contesto significare prima di tutto tornare a parlare di HIV, IST e sessualità senza tabù e stigma, per permettere a tutte le persone di sviluppare gli strumenti per sentirsi parte attiva e responsabile nella presa in carico della propria salute sessuale.

 

Alice Chinelli, assegnista di ricerca per il progetto EduforIST, Dipartimento di Ricerca Traslazionale e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia Università di Pisa

Virginia Casigliani, medica in formazione specialistica Università di Pisa

Lara Tavoschi, ricercatrice in salute pubblica,  Dipartimento di Ricerca Traslazionale e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia Università di Pisa

 

Bibliografia

1. Regine, Pugliese, Boros, Santaquilani, Ferri e Suligoi. 2022. Notiziario Istituto Superiore di Sanità 2022;35(11):3-59

2. Pizzi, E., A. Spinelli, S. Andreozzi, and S. Battilomo. 2020. Progetto “Studio Nazionale Fertilità”: I risultati delle cinque indagini. Rome: Istituto Superiore di Sanità.

3. Osservatorio diritti. 2019. “Italy: The Status of the Human Rights of Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender and Intersex People. Submission to the United Nations Human Rights Council for Its Universal Periodic Review of Italy.” Available at: https://www.osservatoriodiritti.it/wp-content /uploads/2019/06/Omofobia.pdf

4. Montgomery, P., & Knerr, W. (2016). Review of the Evidence on Sexuality Education. Report to inform the update of the UNESCO International Technical Guidance on Sexuality Education. Unesco, 1–73. https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000264649

5. McDaniels, B., and A. Fleming. 2016. “Sexuality Education and Intellectual Disability: Time to Address the Challenge.” Sexuality and Disability 34 (2): 215–225. doi:10.1007/s11195-016-9427-y.

6. Chinelli A, Salfa MC, Cellini A, Ceccarelli L, Farinella M, Rancilio L, Galipò R, Meli P, Camposeragna A, Colaprico L, Oldrini M, Ubbiali M, Caraglia A, Martinelli D, Mortari L, Palamara AT, Suligoi B & Tavoschi L (2022): Sexuality education in Italy 2016-2020: a national survey investigating coverage, content and evaluation of school-based educational activities, Sex Education, DOI: 10.1080/14681811.2022.2134104.

7. Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Caritas Ambrosiana, Croce Rossa Italiana, Lega italiana per la lotta contro l’AIDS (Lila Onlus), Coordinamento Italiano delle Case Alloggio per persone con HIV/AIDS (CICA), Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Associazione Nazionale per la Lotta all’AIDS (Anlaids Onlus), Centro Nazionale per il volontariato (CNV), Associazione Arcobaleno AIDS (ASA) e Essere Bambino.

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