Salute globale
Presentazione a cura di Enrico Materia
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Nell’odierno mondo globalizzato e interdipendente, dove l’intensità delle migrazioni, dei commerci e delle comunicazioni tra persone e paesi cresce di continuo, anche la salute è senza confini: ha poco senso ormai distinguere tra problemi di salute nazionali e internazionali.
La salute globale fa riferimento al quadro epidemiologico globale, nel cui ambito sono possibili i confronti tra differenti paesi o regioni e l’analisi del carico di malattia con i principali problemi che affliggono la popolazione mondiale. In questa cornice si collocano gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in particolare quelli di rilevanza sanitaria, e il “conto alla rovescia” al 2015 relativo agli interventi per ridurre la mortalità materna, neonatale e infantile. Le principali pandemie (HIV/AIDS; malaria e tubercolosi), le altre malattie infettive e le malattie tropicali “neglette” sono responsabili di quote molte elevate di mortalità evitabile. Rilievo meritano anche le malattie croniche non comunicabili, in crescita progressiva anche nei paesi a basso reddito, con i nuovi modelli organizzativi sviluppati per il loro contrasto.
Il miglioramento complessivo dello stato di salute globale non è stato uniforme: le diseguaglianze socioeconomiche nella salute tendono a crescere sia tra i paesi sia all’interno dei paesi. L’aspettativa media di vita nell’Africa sub-sahariana è talora pari alla metà che in Occidente. La povertà e le diseguaglianze “uccidono su larga scala” – come afferma il recente Rapporto della Commissione sui Determinanti Sociali della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)– e rappresentano un’assoluta priorità nell’agenda di politica sanitaria internazionale.
La salute globale richiede analisi multidisciplinari dei fattori di rischio eco-bio-psico-sociali e soluzioni da ricercare attraverso approcci intersettoriali integrati. Il rapporto tra ambiente e salute riguarda il tema dell’inquinamento atmosferico e gli effetti sulla salute dei gas serra e dei cambiamenti climatici globali. Questi ultimi sono causa di:
- modifiche nella distribuzione delle malattie e dei vettori per il riscaldamento globale;
- incremento delle ondate di calore;
- aumentata frequenza di alluvioni, uragani e siccità;
- esacerbazione della mancanza di cibo e di malnutrizione derivante dalla desertificazione dei suoli.
La situazione climatica attuale distrugge le opportunità di sviluppo e rinforza le diseguaglianze, mentre vi è prova che il pianeta si sta muovendo verso un’irreversibile catastrofe ecologica.
Le politiche globali, troppo spesso guidate dal potere economico-militare più che dal diritto internazionale, condizionano lo stato di salute delle popolazioni, in particolare dei paesi più poveri. Ci riferiamo alle politiche economiche, alle regole del commercio internazionale stabilite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO) e all’accordo sui diritti di proprietà intellettuale (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights, TRIPS) , che privilegia i diritti di monopolio concessi alle corporations multinazionali piuttosto che la tutela della conoscenza come bene comune. In quest’ambito, sono rilevanti per la salute globale la salvaguardia della biodiversità e dei saperi tradizionali, argomenti che figurano nell’agenda del negoziato TRIPS in corso a Doha, messi a rischio da fenomeni di bio-pirateria. Anche il ruolo egemone svolto dall’industria farmaceutica (Big-Pharma) nel condizionare la ricerca e il mercato rientra in questo tema. Come rilevato dal Global Forum for Health Research meno del 10 % della spesa globale per la ricerca medica è dedicato ai problemi che affliggono il 90% più povero della popolazione mondiale. Anche gli effetti devastanti a breve e a lungo termine dei conflitti armati che producono sempre più vittime tra la popolazione civile saranno considerati in questa sezione.
A fronte di questo complesso scenario, la risposta della comunità internazionale in termini di aiuto allo sviluppo è cruciale. La governance della salute globale si è trasformata nel corso dei decenni e mentre la guida passava di mano dall’OMS alla Banca Mondiale, i partenariati globali e il mecenatismo filantropico sono entrati come nuovi attori di peso nell’arena della salute globale. L’efficacia dell’aiuto allo sviluppo è limitata dal non allineamento ai bisogni dei paesi partner, dal mancato riconoscimento del principio dell’autodeterminazione, dalla frammentazione della sua architettura e dalla mancanza di coordinamento tra donatori. Vi è soprattutto necessità per i paesi a basso reddito di uscire dalla dipendenza dall’aiuto.
Il rafforzamento dei sistemi sanitari e la crisi globale delle risorse umane nel settore sanitario sono oggi temi prioritari nell’agenda di sviluppo sia per i paesi più poveri che per quelli più avanzati. Si assiste intanto al “ritorno” della Primary Health Care, l’approccio integrato di cure primarie enunciato nella storica Dichiarazione di Alma-Ata, che coniuga la salute alla giustizia sociale e rappresenta il fulcro per l’organizzazione dell’intero sistema sanitario. Intanto la società civile globale richiede a gran voce uno sviluppo equo, ecologicamente sostenibile, pacifico, dal basso, che rispetti le diversità e i diritti, faccia crescere le opportunità e permetta ai talenti di fiorire.
Alla prospettiva storico-politica della salute globale, il blog intende affiancare una riflessione culturale ed epistemologica. La Modernità, caratterizzata dall’idea salvifica della Ragione della storia e da approcci di sviluppo globali e predefiniti, decontestualizzati e basati sul concetto di tabula rasa, lascia spazio a un nuovo spirito del tempo definibile come complessità. Le dimensioni della complessità – molteplicità, integrazione, contesto, incertezza – attrezzate per rivalutare l’importanza dell’etica e dell’equità e sottese anche alla visione di Alma-Ata, offrono un approccio allo sviluppo radicato nelle realtà locali e interpellano, come diceva Paul Feyerabend, una nozione di scienza subordinata ai bisogni dei cittadini e delle comunità. A questi temi si affianca l’urgente necessità di umanizzare la medicina e di approfondire le interazioni tra salute e cultura.
Formazione in salute globale
Presentazione a cura di Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale (RIISG)
A circa un anno e mezzo dalla pubblicazione del post: Ripensare la formazione dei professionisti sanitari: stimoli, contributi, esperienze il sito Saluteinternazionale.info comincia a raccogliere una serie di contributi dedicati alla formazione in salute globale, a cura della Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale (RIISG) .
La RIISG è un network che comprende istituzioni accademiche, società scientifiche, organizzazioni non governative, associazioni, gruppi e singoli individui impegnati nella formazione in Salute Globale, sia a livello universitario che di società civile. Per le realtà afferenti alla RIISG, fare formazione in salute globale non vuol dire integrare i curricula universitari con tematiche specifiche, ma introdurre un nuovo modo di pensare e agire la salute per generare reali cambiamenti sia nella comunità che nell’intera società, colmando il divario esistente tra evidenza scientifica e decisioni operative. Tale formazione vuole evidenziare come sia il metodo a dare significato e valore ai contenuti, attraverso un approccio partecipativo in grado di promuovere relazioni paritarie tra docente e discente e ponendo quest’ultimo al centro del processo formativo. (…) Ci piacerebbe inaugurare, con questo contributo, un’area dedicata della sezione Salute Globale che, nel corso dei prossimi mesi, dia voce a esperienze formative ‘altre’, nonché a opinioni di ‘parti in causa’ interessate a vario titolo alla formazione degli operatori sanitari (studenti, organi accademici e professionali, autorità sanitarie, associazioni di cittadini e pazienti, ecc.).”
Diversi sono i post fino ad oggi pubblicati, di riflessione sulla formazione e di condivisione di esperienze formative portate avanti in differenti luoghi di Italia e non solo. Tra questi anche il documento della RIISG del marzo 2015 “Ripensare la formazione medica”, elaborato attraverso un processo partecipativo che ha coinvolto professori, specializzandi e soprattutto studenti e in occasione del quale hanno aderito alla RIISG anche la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) e la SIPeM (Società Italiana di Pedagogia Medica).
Nel documento, sottolineando la componente etica intrinseca alla pratica della medicina e riconoscendo la complessità che connota la nostra epoca, si afferma l’importanza di ridurre l’iperspecializzazione che caratterizza la formazione medica e di accompagnare lo sviluppo del pensiero critico degli studenti stimolando la riflessione anche con l’apporto di diverse discipline.
Mettendo in evidenza il legame tra responsabilità sociale e salute la RIISG riconosce la necessità di incoraggiare il posizionamento etico di fronte alle situazioni di crisi, ingiustizia sociale ed emarginazione provocate dall’attuale sistema globalizzato. La Rete ritiene che questo possa avvenire anche attraverso esperienze di conoscenza diretta del contesto nel quale i futuri professionisti socio-sanitari si troveranno a lavorare.
La RIISG, e in particolare il gruppo di lavoro ‘Area pubblicazioni’, conferma e rilancia quanto scritto nel post del febbraio 2014: “Ci auguriamo che quest’area possa diventare spazio di dibattito e confronto, nell’idea che ripensare la formazione (a partire da concrete esperienze di cambiamento), particolarmente in un’epoca caratterizzata da grandi cambiamenti economici, socio-demografici e nell’organizzazione dei servizi, sia un passaggio necessario per tutelare il diritto alla salute di tutti.”
Si invitano quindi tutti gli interessati a contribuire ed alimentare il dibattito già in corso attraverso le seguenti modalità.
Come proporre un contributo?
I contributi potranno:
- esporre esperienze di formazione in Salute Globale o, più in generale, esperienze di formazione in salute coerenti con una visione di Salute Globale (orientate ai determinanti sociali, alla partecipazione, al contrasto delle disuguaglianze in un’ottica di giustizia sociale, ecc.)
- contenere riflessioni su nuove necessità formative e/o nuovi approcci alla formazione in salute
- recensire o riassumere articoli e pubblicazioni sul tema della formazione in salute.
I contributi dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- Titolo
- Autori (nome e cognome di ciascuno)
- Afferenza di ciascun autore
- Indirizzo e-mail dell’autore referente
- Lunghezza tra le 1200 e le 1500 parole
- Eventuali riferimenti bibliografici in Vancouver Style (es. Pattisson Pete. Qatar’s World Cup ‘slaves’. Abuse and exploitation of migrant workers preparing emirate for 2022. The Guardian, 25.09.2013)
I contributi dovranno essere inviati al seguente indirizzo: a.lorusso81@gmail.com
Il comitato di redazione si riserva di leggere i contributi inviati e di fare eventuali osservazioni o commenti prima della loro pubblicazione.
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